Pooh - Notizie e novità del 2014 - Febbraio

Red Canzian a Modena tra ricordi e musica - Lunedi' 10.02.2014

Sabato 08 febbraio ha preso il via al Forum Monzani di Modena lo spettacolo in parole, immagini e musica di Red Canzian dal titolo "Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto". La prima delle date dello spettacolo che il bassista dei Pooh intende portare in tutta Italia è stata contraddistinta dalla finalità benefica che la animava: l'incasso è stato devoluto all'Unicef con la finalità di dare più forza all’intervento umanitario in Siria attraverso importanti investimenti in settori fondamentali come sanità, nutrizione, acqua e igiene, istruzione, protezione dell'infanzia, fornitura di generi di primo soccorso.
Lo spettacolo è stato aperto dal quartetto d'archi Archimia, formato da un affiatato gruppo di musicisti provenienti dai conservatori di Milano e Piacenza: Serafino Tedesi (primo violino), Paolo Costanzo (secondo violino), Matteo Del Soldà (viola), Andrea Anzalone (violoncello).
Le note di "Grazie dei fiori" hanno calato il pubblico nell'atmosfera degli anni '50, quando Red Canzian nacque in una fredda giornata di novembre. Entrato in scena ed accompagnato da Phil Mer (per l'occasione attrezzato di percussioni e pianoforte), dai chitarristi Rudi Michelutti e Ivan Gerolazzo, dal quartetto d'archi, Red ha dato il via alla sua esibizione cantando la versione italiana di "Gracias a la vida", una canzone del 1966 della cantante cilena Violeta Parra. Divenuto uno dei brani latino-americani più famosi, è stato reinterpretato da molti artisti e la prima a proporlo in lingua italiana è stata Gabriella Ferri nel 1974 con il titolo "Grazie alla vita". Le prime strofe recitano:

Ti ringrazio vita
che mi ha dato tanto,
mi ha dato gli occhi
per vedere il mondo
nero quando è nero
bianco quando è bianco
per vedere il cielo
il mare, l'altopiano
e fra mille donne
quella che io amo.

Canzian ha così motivato la scelta di quel brano per aprie lo spettacolo: «Non ho mai smesso di dire grazie alla vita, ecco perché ho voluto cominciare con questa canzone, perché la vita è comunque il più bel romanzo che noi possiamo sfogliare: dobbiamo avere il coraggio che ci danno queste pagine, sperare e fare in modo che dall'altra parte della pagina sia qualcosa di bello ogni giorno».

Red Canzian a Modena

Red ha cominciato il lungo racconto della sua vita parlando di Villa Borghesan, l'edificio suddiviso in case popolari a Quinto di Treviso dove ha trascorso parte della sua infanzia con la famiglia che, come tante altre, cercava di vivere con decoro e dignità in una Italia da poco uscita dalla guerra. L'aneddoto della postina chiacchierona ha alleggerito l'atmosfera portando le prime risate a riecheggiare nel forum, con un Canzian entusiasta che illustrava la sua passione per il disegno e la pittura grazie ad alcune delle immagini che durante la serata sono state proiettate nel grande schermo sovrastante: quello per la pittura è un amore nato in infanzia grazie ad un amico e dopo un periodo naif ora Red è calato nel post impressionismo paesaggistico, dove sovente è il "suo" fiume Sile ad essere uno dei soggetti prescelti.
Canzian ha parlato del padre con grande affetto e malinconia, descrivendolo come un uomo che ha sempre avuto grandi sogni ma un destino che non gli ha offerto opportunità. E' stato anche la persona che gli ha permesso di scoprire la musica, quando nel 1956 portò a casa la radio, facendolo appassionare ad una canzone in particolare, subito eseguita per il pubblico: "Tutti frutti".
Conclusa la canzone, Red ha parlato delle vacanze con la famiglia a Iesolo, l'arrivo dei juke-box nei bar e "Love me tender" di Elvis Presley è stata una nuova occasione di stacco musicale. Il bassista ha inoltre dimostrato inaspettate doti di imitatore, offrendo le sue interpretazioni di Tony Dallara in "Come prima più di prima", Nilla Pizzi in "L'edera", Domenico Modugno in "Piove", in una sorta di medley inframmezzato da aneddoti e battute. Ha poi eseguito nella sua interezza l'intensa "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli.
Il passaggio dalla musica ascoltata a quella suonata per Canzian è avvenuto quando, dopo mesi di insistenze, il padre ha ceduto alla sua richiesta di acquistare una chitarra acustica, presa a 5.000 Lire a rate. Poi l'estate trascorsa suonando sempre la stessa melodia, presentata al pubblico come "Una bambolina che fa no no no" dei Quelli. Il passo successivo fu la vittoria allo "Stroppolo d'Oro" nell'edizione presentata da Pippo Baudo, proponendo il brano "Yesterday" dei Beatles. La voglia di cambiare look ispirandosi ai cantanti rock del periodo, nonostante le critiche e la mentalità del tempo: i tacchi alti, le collane improbabili, gli abiti dai colori sgargianti. Il primo vero gruppo con il quale trascorse una intera stagione estiva a suonare per i turisti a Iesolo, in un 1966 durante il quale un gruppo di Bologna raggiungeva il successo con un singolo. Red ha così offerto al pubblico un medley interessante, dove "All you need is love" dei Beatles diviene "Piccola Katy" dei Pooh, per poi concludersi nuovamente con il brano del gruppo inglese.
Sempre per illustrare l'ambiente musicale della seconda metà degli anni '60 Canzian ha interpretato "L'ora dell'amore", la versione italiana di "Homburg" dei Procol Harum, ha fatto una piccola digressione con l'imitazione di Patty Pravo con "La bambola" ed ha citato lo sbarco dell'uomo sulla Luna con "La luna ha vent'anni".
Il primo passaggio importante nella storia artistica di Canzian è avvenuta quando, suonando con il suo complesso i Prototipi al Piper di Treviso, venne notato da Pino Massara della Bla Bla, il primo discografico ad offire loro un ingaggio: nacquero così i Capsicum Red, Bruno divenne Red e di punto in bianco si ritrovò con la madre di origini inglesi. Red ha poi eseguito il singolo con il quale il gruppo raggiunse i primi posti in classifica: "Ocean".
Il racconto è stato temporaneamente sospeso per lasciare il posto a Chiara Canzian ed alla sua interpretazione di "You've got a friend" di Carole King.
Il secondo singolo dei Capsicum Red, quel "Tarzan" scritto da Franco Battiato, permise al gruppo di partecipare al Festivalbar del 1971, nel corso del quale Red ebbe modo di conoscere e parlare con Roby Facchinetti dei Pooh. Il primo ed ultimo album del gruppo fu "Appunti per una idea fissa" del 1972, gruppo che poi fu costretto a sciogliersi a causa degli obblighi della leva militare. Seguirono un provino a Roma per una parte nel film "Morte a Venezia", il tentativo di formare un nuovo trio. Un periodo insomma privo di prospettive che è stato illustrato dalle note di "Che sarà", brano che Red conobbe nella versione di Josè Feliciano.
La telefonata che cambiò la vita di Red giunse da parte dei Pooh, che gli fissarono un appuntamento a Bergamo, incontro al quale seguì un provino tenuto in un hotel a Roncobilaccio. Ne derivò l'ingresso di Canzian nel gruppo, la repentina partenza per un tour in Italia ed all'estero.
Dopo aver proposto "Noi due nel mondo e nell'anima", Canzian ha interpetato parte del primo brano che ha inciso con i Pooh, "L'anno, il posto l'ora", passando poi a raccontare alcuni aneddoti al servizio fotografico con i costumi medievali organizzato per la copertina dell'album "Parsifal".
Chiara Canzian è tornata sul palco per proporre "The way we were", accompagnata dagli Archimia. Poi di nuovo il racconto di Red legato ai primi anni con i Pooh, per arrivare al tema a lui forse più caro, quello dell'amore: per la moglie ed i figli. Ha tratteggiato la sua storia con Beatrice Niederwieser cantando i brani che l'hanno caratterizzata: "Io ti aspetterò", "Stare senza di te", "Cercando di te".
Gli Archimia hanno successivamente proposto un medley dedicato a Michael Jackson composto dai brani "Thriller" e "Billie Jean", mentre Red ha cantato con Chiara "Uomini soli".
La serata si è conclusa con "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno, per la cui esecuzione Canzian ha voluto che il pubblico si unisse a lui nel cantarla.

Lo spettacolo allestito da Red Canzian si è rivelato essere una piacevole sorpresa. Il bassista e cantante dei Pooh ha saputo fondere ricordi, emozioni, immagini, suoni e canzoni in un racconto che scorre piacevole e ritmato. Non presenta le lentezze o le pause d'arresto tipiche dell'autocelebrazione, ma anzi arriva chiara e diretta la voglia di Canzian di raccontarsi, di rendere partecipe il pubblico della sua storia e delle sue esperienze. Il pubblico, dal canto suo, non può rimanere impassibile ma inevitabilmente viene coinvolto ed anzi si riconosce in certi passaggi, in certe canzoni. Perché la storia di Canzian è talmente vicina a quella dei fan e degli italiani, abbraccia un periodo storico talmente particolare che ognuno dei presenti nel forum ha trovato qualcosa che gli appartiene, come ad esempio una canzone in particolare od una esperienza condivisa.
Il recital "Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto" è una riuscita alternanza di racconto, musica dal vivo, battute di spirito. Canzian è estremamente comunicativo come se non fosse l'artista relegato in un palco ma un amico seduto tra altri amici, intento a raccontare ciò che dalla vita ha ricevuto in dono ed ha saputo conquistare. Racconto che non poteva trovare conclusione più appropriata che nella frase proiettata sul finale:

IL FUTURO
appartiene a coloro
che credono alla bellezza
dei propri
SOGNI

Red Canzian a Modena

Autore - La Redazione