Pooh - Boomerang

Boomerang
Lato B

Lato A e lato B della copertina.

Dati

  • Titolo = Boomerang
  • Data pubblicazione = Settembre 1978
  • Data matrici = 24 aprile 1978
  • Versione = Vinile 33 giri
  • Editore e codice = CGD 20077
  • Matrice lato A = 2C 20077 1L
  • Matrice lato B = 2C 20077 2L
  • Tipo audio = Stereo
  • Prodotto realizzato e arrangiato da = Roby Facchinetti, Stefano D'Orazio, Dodi Battaglia, Red Canzian
  • Collaborazione musicale = Gianfranco Monaldi
  • Sound engineer = Ezio De Rosa
  • Ass. sound engineer = Ruggero Penazzo
  • Supporto = nastro magnetico 24 piste
  • Mixer Cadac 36 canali
  • Transfer = CBS di Londra a cura di Arun Charkraverty
  • Registrato e mixato presso di Stone Castle Studios di Carimate (Como) nei mesi di gennaio, febbraio, marzo 1978
  • Logotipo "I POOH" design = Paolo Steffan
  • Copertina = Luciano Tallarini
  • Illustrazioni = Mirko Giardini

Note sull'album

Sulla copertina di questo album fa la sua comparsa per la prima volta il logo definitivo dei Pooh.
Nella parte interna, apribile, sono le presenti le foto dei quattro componenti del gruppo ed il seguente testo:

Mautoa tese il braccio robusto in direzione del sole e la lama sibilò sicura nell'aria.
L'animale colpito cadde nell'erba alta e l'uomo ricordò le parole di suo padre:
"Boomerang è l'aria azzurra che ti vibra intorno perché sei vivo.
Boomerang è l'ala sicura dell'esperienza che ritorna forte alle tue mani
seppure non raccogli oggi il frutto che desideri.
Boomerang è l'istante di panico che precede la certezza della felicità!"

Altre note sull'album...

Formazione

  • Dodi Battaglia = Voce, Fender Stratocaster, Gibson Les Paul '54, Electric Sitar, Steel guitar, Martin 6 corde acustica, Yamaha 12 corde acustica, MXR effects.
  • Red Canzian = Voce, Fender Bass Precision, Fretless Bass Dynelectron, Alembic Bass, Auto-harp, Flauto Dolce Baritono Honer.
  • Stefano D'Orazio = Voce, Batteria Pearl, Timpani Sinfonici Ludwig, Vibrafono Musser, Piatti / Gongs / Campanelli / Effetti Percussione UFIP, Flauto Traverso Pearl.
  • Roby Facchinetti: Voce, Piano Steinway Coda Lunga, Polimoog, Minimoog Korg, Arp Odissey, Mellotron 400, Arp Odissey, Oberheim, Piano Fender.

La citta' degli altri

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti
  • Voce: Roby Facchinetti
  • Timing: 4:12 ca.

Il primo pane caldo del mattino
l'inchiostro del giornale sulla mano
un caffè di fretta
e una sigaretta
il treno non aspetta
La notte sbianca e il buio si colora
le case han gli occhi gialli nell'aurora
la città degli altri
suona il suo richiamo
e conta attenta quanti siamo
Non so
se un po' più su dei tetti c'è Dio
se c'è
è tanto che non passa di qui
sta lassù
non sa che in queste strade
il cielo non si vede
Il giorno è una moneta appena spesa
il treno sfonda l'aria verso casa
la città degli altri
la città di rabbia
scompare in fretta nella nebbia
Non so
se sopra il mio paese c'è Dio
se c'è
l'incontrerò stasera al bar
gli dirò
bevendo insieme al banco
"Signore, sono stanco!"

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Edizioni Babilonia di Facchinetti / Discorso Edizioni Musicali
Con un testo in inglese ex-novo scritto da Teddy Randazzo e nuovi arrangiamenti la canzone è apparsa nel 1980 sull'album Hurricane con il titolo A million miles from nowhere.

La canzone originale è in tonalità di RE maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/La_citt%C3%A0_degli_altri

Commenti sulla canzone

Valerio Negrini

«La città appare grigia, violenta, perchè quella era l'atmosfera della fine degli anni Settanta. Per scrivere quel testo mi ero sforzato, perchè l'immagine che ho sempre avuto delle grandi città è in realtà all'opposto. Non a caso di lì a poco sarei tornato a vivere a Milano, da dove non mi sono più mosso».

Ci pensero' domani

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Dodi Battaglia
  • Voce: Roby Facchinetti
  • Timing: 4:23 ca.

Lei entrò
sulle scale e qualcuno guardò
i suoi strani vestiti
appoggiò
le spalle alla porta dicendo "Con lui
ci siamo lasciati!"
Osservai
due occhi segnati e il viso
bagnato dalla pioggia
"Non so"
mi disse "non so come uscirne fuori
non lo so..."
La guardai
ed ebbi un momento di pena perchè
sembrava smarrita
"Io vorrei"
mi disse "vorrei che non fosse cosí
ma è proprio finita!"
Disse poi
ritrovando un sorriso a stento
"Comunque l'ho voluta
lo sai, le strade per farmi del male
non le sbaglio mai"
Poi mi raccontò
la storia che io sapevo già
dall'ultima volta si sentiva
che era più sola, più cattiva
Si calmò
guardandosi intorno e parlammo di me, bevendo più volte
si sdraiò
in mezzo ai cuscini e mi disse "Con te
ero io la più forte"
Disse poi inseguendo un pensiero "È vero
con te io stavo bene
e se io fossi una donna che torna
è qui che tornerei"
Poi cenammo qui
le chiesi "Domani cosa fai?"
La pioggia batteva sui balconi
rispose "Ci penserò domani!"
Mi svegliai
la mattina e sentii la sua voce di là
parlava in inglese
la guardai, aveva il telefono in mano e il caffè
e non mi sorprese
accettai il breve sorriso e il viso
di una che non resta
"Se puoi"
mi disse, "se puoi, non cambiare mai da come sei!"
Poi se ne andò via
nel modo che io sapevo già
passava un tassì, lo prese al volo
"Abbi cura di te" pensai da solo

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Più in Alto che c'è Edizioni Musicali / Discorso Edizioni Musicali
Incisa presso Stone Castle Studio, Carimate (CO) fra gennaio e marzo del 1978.
Sound Engineer: Ezio De Rosa.
Ass. Sound Engineer: Ruggero Penazzo.
Supporti: Nastro magnetico 24 piste.
Mixer: Cadoc 36 canali.
Transfer: CBS Londra a cura di Arun Charkraverty.

Apparso anche su un singolo prodotto espresamente per il circuito juke-box, è il primo brano dei Pooh in cui esordisce come strumento il basso fretless, che diverrà uno degli elementi caratteristici del sound del gruppo.
Con un testo in inglese ex-novo scritto da Teddy Randazzo e nuovi arrangiamenti la canzone è apparsa nel 1980 sull'album Hurricane con il titolo Flow.
Nella versione apparsa nel 2012 sull'album Opera Seconda viene interpretata da Dodi Battaglia in coppia con Mario Biondi.

La canzone è apparsa in seguito su:

La canzone originale è in tonalità di SI bemolle maggiore
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Ci_penser%C3%B2_domani

Commenti sulla canzone

Dodi Battaglia

«È un brano in SI bemolle che ho scritto al pianoforte, che è la mia seconda anima musicale. Ci sono diversi pezzi che ho scritto al piano, per esempio Canterò per te e Dietro la collina. Comporre al piano è un approccio decisamente diverso rispetto alla chitarra. A volte mi è successo anche di scrivere parte di una canzone al piano e l'altra metà alla chitarra, per esempio L'altra donna. Con Ci penserò domani Valerio ha tratteggiato un fantastico schizzo di questi personaggi tipici degli anni Settanta, di queste donne che andavano in giro per il mondo senza un preciso obiettivo, senza avere fissa dimora. Il testo lo scrisse di getto, dopo aver visto il film Un sacco bello di Carlo Verdone. La regalai a Roby perchè era perfettamente nelle sue corde. L'avevo scritta in SI bemolle e la cantavo con poco spessore. Trovo che sia ancora oggi uno dei pezzi più affascinanti del nostro repertorio».

Red Canzian

«Questa canzone secondo me ha un contesto meravigioso: è come se fosse la sceneggiatura di un film. Mi ricorda anche una storia che ho vissuto con una ragazza americana, sarà stato il 1973 o 1974: era un personaggio proprio così, un po' hippie, piuttosto strana, una che non sapevi mai quando arrivava e altrettanto improvvisamente ripartiva, spariva per dieci giorni poi ricompariva. Lo vedo proprio questo strano personaggio che sale le scale, con i suoi vestiti bizzarri, entra in casa e racconta a lui - che è innamorato perso di lei - che si è lasciata con l'altro con cui stava... Ma c'è un secondo motivo per cui sono molto legato a questo brano: dentro c'è il mio primo assolo di basso fretless. Era la mia passione del momento. Per quelle registrazioni usai un basso Dynacord, che successivamente purtroppo mi fu rubato».

Valerio Negrini

«Avevamo una casa in cima alla città. Lassù dove i piccioni pesanti di pioggia tubano sulle grondaie e mirano alla testa dei passanti, ci era comodo quel pied-a-terre senza portineria in cui sbarcare a turno, o a volte riunirci, dita negli occhi, a discutere cosa si farà da grandi.
Lei entrò, sulle scale qualcuno guardò i suoi strani vestiti. Dove bazzicano artisti e fauna relativa, i vicini fanno i turni di avvistamento. Se Aldo Moro l'avessero preso, per esempio, i New Trolls, sarebbe saltato fuori subito.
Appoggiò le spalle alla porta dicendo "Con lui ci siamo lasciati..." Finsi un cordoglio inesistente e la seguii in cucina, perchè là va a stramazzare ogni profugo che cerca asilo.
"Non so", mi dise "non so come uscirne fuori, non lo so." Lui lo conoscevamo. Un babbeo DOC '78, un sacco alternativo, anarchico, figlio di papà, rigorosamente incazzato col mondo, Citroen 2 Cavalli blu-Maggio-Francese con ruggine proletaria d'epoca, madre in analisi, segno zodiacale Topi, ascendente Canna del Gas.
Poi mi raccontò la storia che io sapevo già: l'aquila era stanca di volare dietro al tacchino, di scolare spaghetti all'alba per esuli mussulmani, femministe col neonato e Hare Krisna di Molfetta coi tamburelli. Era andata via mentre due litigavano in arabo, una grassa bruciava la moquette con l'incenso e Lui nell'angolo si ubriacava di Nocino perchè la coppia scoppia.
Dall'ultima volta si sentiva che era più sola, più cattiva. Bentornata nel branco, ringhiai mentalmente. Invece oggi mi piace pensare che sia ancora in giro come la conoscevamo, la sua divisa da figlia dell'arcobaleno, la borsa da Eta Beta, il broncio spettinato da bambina in guerra.
Le chiesi "Domani cosa fai?". La pioggia batteva sui balconi, rispose "Ci penserò domani." Fu una lunga notte, ragazzi, anche se nella canzone quei fotogrammi mancano. Stupenda inossidabile naufraga! Gli anni settanta alla fine dell'innocenza zoppicavano verso Fast Food e Crack, Cicciolina e Dallas, lei marciava ancora fiera sui vetri rotti coi sandali in mano e la mappa di Atlantide."
Mi svegliai la mattina e sentii la sua voce di là, parlava in inglese. Avanti e indietro con la M.D.T. (Macchina Del Tempo), alla ricerca di dettagli sfuggiti, chissà che prima o poi non scopriamo con chi parlava e su che binario ripartiva.
Passava un tassì', lo prese al volo. "Abbi cura di te", pensai da solo».
(Le Guerre Poohike (13) - continua in Notte a sorpresa)

Pronto, buongiorno e' la sveglia...

  • Testo: Stefano D'Orazio
  • Musica: Roby Facchinetti
  • Voce: Dodi Battaglia, Roby Facchinetti
  • Timing: 4:52 ca.

Pronto, buongiorno è la sveglia
ma di muoversi manca la voglia
colazione per modo di dire
tutto in fretta bisogna partire
ci aspetta già un'altra città
L'auto ci attende pulita
e la conta decide chi guida
voglio stare seduto davanti
che i chilometri oggi son tanti
facciamo il pieno e poi via
Mangia la strada il motore
e la radio riempie le ore
uno legge, uno dorme, uno fuma
ed intanto s'è fatta già l'una
fermiamoci, c'è l'autogrill
Pranzo speciale alla lista
e un autografo per il barista
ventimila compresa la frutta
un minuto per il caffè
si parte
Sull'autostrada del Sole
come sempre finisce che piove
vai più piano che c'è la stradale
se ci ferma facciamo qui
Natale
"Io questi qui li conosco"
al casello ci chiedono un disco
"Dove siete stasera a suonare?
Se non pago vi vengo a sentire!
Ma siete più belli in T.V."
Eccoci quasi arrivati
ci guardiamo sui muri incollati
e sbagliamo la strada e chiediamo
e poi regolarmente ci
perdiamo
Gente davanti al teatro
sarà meglio passare da dietro
preoccupato qualcuno ci aspetta
"Si comincia fra poco
fate in fretta!"

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Edizioni Babilonia di Facchinetti / Discorso Edizioni Musicali
Incisa presso Stone Castle Studio, Carimate (CO) fra gennaio e marzo del 1978.
Sound Engineer: Ezio De Rosa.
Ass. Sound Engineer: Ruggero Penazzo.
Supporti: Nastro magnetico 24 piste.
Mixer: Cadoc 36 canali.
Transfer: CBS Londra a cura di Arun Charkraverty.

Per girare il video di questo brano Stefano D'Orazio usò la prima steadycam, ispirato dall'incontro con Garrett Brown, il suo inventore, ma interrompendone la realizzazione per lo scarso interesse della casa discografica ad investire per questo ancora inedito metodo di promozione che di lì a poco sarebbe diventato imperativo per il music biz.
Quando, durante l'Italian Tour 1979, veniva eseguito questo brano, il gruppo condivideva la scena con il tecnico di palco e percussionista Pasquale Di Lauro che, vestito con frac e cilindro bianco, accompagnava il brano ottenendo il suono caratteristico del tip-tap percuotendo con le bacchette una tavoletta di legno, strumento per il quale Stefano D'Orazio coniò il nome Trikke Ballack, attualizzando il nome di un antico strumento a percussione usato nella musica folkloristica dell'Italia meridionale.
Apparsa anche su un singolo prodotto espresamente per il circuito juke-box, successivamente con un testo in inglese ex-novo scritto da Teddy Randazzo e nuovi arrangiamenti, la canzone è apparsa nel 1980 sull'album Hurricane con il titolo Ready get up and good morning.

La canzone è apparsa in seguito su:

La canzone originale è in tonalità di LA maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Pronto_buongiorno_%C3%A8_la_sveglia

Commenti sulla canzone

Stefano D'Orazio

«Questa canzone la scrissi in quella che chiamavo "la stanza del gobbo", nella casa di Facchinetti sul lago di Iseo, dove andavamo a fare le prove: era una specie di mansarda e mi piaceva molto stare lì. La canzone racconta la giornata tipo di un gruppo in tournée. Allora, per esempio, non c'era il navigatore, e si arrivava sul posto del concerto seguendo i manifesti, quindi succedeva spesso di perdersi e arrivare in ritardo. Usai la prima steadycam per girare un video di questa canzone. Ci colpivano le immagini morbide, la versatilità di quella nuova tecnica di ripresa. Il testo della canzone si prestava a una sorta di sceneggiatura. Tutto partiva in albergo, con Salvadori che veniva a svegliarci. C'era una limousine ad attenderci. Peccato che, già alla scena dell'autogrill, finirono i soldi a nostra disposizione per il video. Nessuno, in CGD, credeva ancora nelle potenzialità dei clip e non se ne fece più nulla».

Red Canzian

«Un racconto molto naif, ma tutto sommato preciso di come si svolgeva una nostra giornata durante un tour. Tutto sommato non è cambiato poi molto e le cose vanno ancora così. È una canzone che ho sempre amato. Musicalmente nasce in quel periodo in cui il progressive era finito, non sapevamo che direzione prendere e abbiamo imboccato la strada che portava al pop-rock, dove c'era un po' di America e poca Inghilterra. Anche perchè eravamo reduci da diversi viaggi negli States, dove avevamo fatto varie tournée. Questo pezzo ha un bel tiro rock, potrebbe far parte del repertorio dei Boston. Rappresenta il passaggio, assieme a tutto l'album Boomerang, dal progressive al pop-rock, che ha reso la musica dei Pooh più fruibile da una vasta fetta di pubblico... Siccome qui si parla della vita durante i tour, aggiungo che la cosa che amo di più durante le tournée è salire sul palco, mettermi alla prova e suonare. Quando ero bambio sognavo di fare il musicista, mica le interviste con Pippo Baudo o suonare in playback in televisione. Suonare davvero davanti alla gente è tutta un'altra storia. Questa è la parte che mi piace di più. I viaggi non mi pesano. Mi pesano le attese, da quella per le prove a quando sei chiuso in camerino e non sai cosa fare. In queste circostanze un po' m'annoio, anche perchè è il momento in cui incontri un sacco di persone che si spacciano per grandi amici e in realtà non sai nemmeno chi sono. Gente che smercia grandi sorrisi e complimentoni ma che sta lì solo per far colpo sulla gnoccona di turno. Se dovessi sceglierne una sola, tra tutte le tournée che abbiamo fatto direi che quella che mi è piaciuta di più è quella di Goodbye, anche perchè c'erano i fiati e io penso che l'anima dei Pooh diventa più ricca se aiutata da altre anime. La musica va condivisa, e la nostra è una musica da condividere: le canzoni dei Pooh sono più belle quando il pubblico le canta in coro, diventano più importanti, più ricche. E trovo che sia fantastico che la nostra musica sia suonata da altra gente. Invece se dovessi scegliere un solo concerto, direi uno di quelli che abbiamo fatto davanti a non più di due o tremila persone. Certo, i 120 mila spettatori di Prato alla Valle erano un colpo d'occhio straordinario e ci hanno riversato addosso una carica di adrenalina esagerata. Però ci sono situazioni più contenute dove l'atmosfera diventa davvero magica. Abbiamo suonato in spazi di ogni dimensione. Ma per me i concerti più belli sono sempre stati nei teatri o nei club: qui uno suona e riesce a controllare davvero le note, è così che nascono certe raffinatezze. Negli stadi invece si perdono un sacco di particolari, lì quel che conta è darci dentro, sono gli effetti scenici, è l'energia. Invece quando suoni per un pubblico più ridotto è diverso: ti sembra quasi di capire da ognuno di loro cosa gli passa per la testa, è una sensazione bellissima».

Roby Facchinetti

«In quegli anni ci spostavamo da un posto all'altro sempre assieme. Alla guida facevamo i turni, seguendo tabelle di marcia prestabilite. Non ho mai capito perchè, ma a me capitava sempre il turno peggiore, quello tra le 2 e le 6 del mattino. A un certo punto decidemmo di introdurre una nuova regola: chi guidava nel cuore della notte, doveva stare al volante meno degli altri. Praticamente i chilometri fatti di notte valevano il doppio di quelli fatti di giorno».

Dodi Battaglia

«Questa canzone in effetti è il ritratto di quegli anni in cui eravam sempre in tournée. È stata una canzone semplice da scrivere, proprio perchè racconta le cose che ci succedevano normalmente. Il tono scanzonato e leggero è voluto: non volevamo drammatizzare quella che in fondo è una situazione faticosa, ma privilegiata. Per me la parte più bella del tour è quando sali sul palco e suoni. Invece amo di meno la parte in cui sei impegnato con le pubbliche relazioni: troppe interviste, troppe radio, troppi sponsor, troppa gente nei camerini. Sono cose che ti distraggono dalla musica. Io preferisco concentrarmi su quello per cui in fin dei conti la gente paga un biglietto: la musica».

Cercami

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti
  • Voci soliste: Roby Facchinetti, Dodi Battaglia
  • Timing: 4:03 ca.

Cercami
io sono nel mondo degli uomini
Cercami
nei mari che non traversammo mai
nel vento del primo mattino
Cercami
nel sole che scoppia di rondini
sul fiume che porta lontano
Cercami
nel mondo che vive più in là di noi
Vorrei farti un ritratto e stamparlo gigante
e la tua fantasia raccontarla alla gente
ma è nascosto agli sguardi
questo amore perfetto
quattro muri e un letto
non diventa più amore ma sopravvivenza
del tuo dolce silenzio non so fare senza
ma facciamo qualcosa
si può anche morire
stando qui a sognare
Cercami
io sono nel mondo degli uomini
Cercami
nei mari che non traversammo mai
nel sonno dell'erba di sera
Cercami
nei fuochi d'estate sugli argini
ai margini della pianura
Cercami
negli altri che piangono e ridono
Io ti voglio incontrare sulle strade del mondo
voglio fare un respiro e riempirmi di vento
ci dobbiamo svegliare
e guardare di fuori
noi non siamo soli
Cercami
negli uomini in mare che sognano
un pesce gigante e un'amante
Cercami
nell'alba fra il cielo e le fabbriche
nel traffico senza parole
Cercami
nei mari che non traversammo mai
e dopo parliamo di noi
Cercami
io sono nel mondo degli uomini
Na, na, na
Na, na, na, na, na, na, na...

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Edizioni Babilonia di Facchinetti / Discorso Edizioni Musicali
Incisa presso Stone Castle Studio, Carimate (CO) fra gennaio e marzo del 1978.
Sound Engineer: Ezio De Rosa.
Ass. Sound Engineer: Ruggero Penazzo.
Supporti: Nastro magnetico 24 piste.
Mixer: Cadoc 36 canali.
Transfer: CBS Londra a cura di Arun Charkraverty.

La canzone venne preferita a Giorno per giorno come lato A del singolo dopo un'accesa discussione all'interno del gruppo. Venne preferita per il tono solare rispetto a quello più teso dell'altra canzone candidata, che venne relegata a lato B del singolo (anomalamente uscito 4 giorni dopo l'album e non precedendolo come al solito), venendo inoltre esclusa dall'album. Questo brano vede anche l'esordio del sintetizzatore Oberheim 400 nel suono del gruppo.
Il videoclip del brano, realizzato da Stefano D'Orazio per le strade di Toronto, vedeva i quattro inseguire una ragazza bionda ed è fugacemente apparso in qualche trasmissione televisiva del periodo.

La canzone è apparsa in seguito su:

La canzone originale è in tonalità di SI bemolle maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Cercami_-_Pooh

La leggenda di Mautoa

  • Testo: Stefano D'Orazio
  • Musica: Roby Facchinetti
  • Voce: Roby Facchinetti
  • Timing: 4:18 ca.

Era solo e la sua storia alla luna raccontò,
l'eco ancora non dormiva e la voce gli rubò
la bagnò nel fiume
che la rese chiara
e dal cielo al monte
limpida risuonò
limpida risuonò
E sentendo quella voce dall'eco trasformata
gli si accese la speranza che lei fosse ritornata
gridò forte "Vieni!"
"Vieni!" sentì dire
Per la prima volta
solo non era più
solo non era più
Ogni notte, mille notti dal monte la chiamò
e di lei solo la voce non gli bastava più
la cercò lontano
scese fino al mare
l'eco senza cuore
non gli rispose mai più
non gli rispose mai più

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Edizioni Babilonia di Facchinetti / Discorso Edizioni Musicali

La canzone originale è in tonalità di MI minore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/La_leggenda_di_Mautoa

Commenti sulla canzone

Stefano D'Orazio

«Quelli erano anni difficili. Politicamente c'era molta tensione e questo si rifletteva anche nella musica. Questa canzone parla di un aborigeno australiano che vive da solo su un'isola. Ovviamente non ha nessuno con cui parlare, e quando l'eco gli rimanda la sua voce, lui se ne innamora, credendo di aver incontrato quel qualcuno che ha sempre cercato. Ma poi l'eco svanisce e lui ripiomba in una disperata solitudine... Anche la generazione dei sessantottini, così abituata a vivere delle proprie utopie, non si era accorta di aver parlato solo a se stessa. Ritrovandosi così da sola, nel fondo di una gola come quella dove si perde la voce di Mautoa».

Air India

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti, Dodi Battaglia
  • Voci soliste: Dodi Battaglia, Roby Facchinetti
  • Timing: 3:56 ca.

Profumi d'oriente, souvenir
di frontiera
un soffio imponente, schizza via
la pianura,
trecento caffè e la luna
sulle ali
di mattino alle tre siamo tutti
molto soli
Ho voglia di bere, siamo già
sui deserti
la hostess indiana dice "yes"
s'allontana
somiglia un po' a te nel disegno
del sorriso
mi torna di te un bisogno
silenzioso
Penso a te
all'imbarco in piedi là
diecimila miglia fa
neanche un vero addio
perché l'uomo
di dogana
ti allontana
Penso a te
con la mia fotografia
e la tua malinconia
come dentro a un film
nella folla
colorata
sei sparita
La spina del sole graffia già
l'orizzonte
trecento persone sveglierà
lentamente
si truccano un po' le signore
spettinate
si allineano già fra le nubi
le autostrade
Penso a te
mentre grigia di foschia
la città di casa mia
scorre sotto a noi
dietro al vetro
"Comandante
torna indietro!"
Penso a te
fra valigie e nostalgia
passaporti e polizia
mi nasconderei
ma all'uscita
c'è qualcuno
che saluta

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Più in Alto che c'è Edizioni Musicali / Discorso Edizioni Musicali

Dodi Battaglia suona il sitar in questa canzone, ispirata da un pomeriggio in aeroporto nello Sri Lanka e dalle lacrime di una ragazza indiana che abbraccia un europeo in partenza con in tasca un biglietto di sola andata. Agli accordi scritti da Battaglia centrando l'atmosfera del pezzo si aggiunge il ritornello scritto da Facchinetti.

La canzone originale è in tonalità di RE maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Air_India

Quaderno di donna

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti
  • Voce: Roby Facchinetti
  • Timing: 4:23 ca.

È un pò
che non ti vedo più
credevo fossi via
va meglio o no con lui?
Gli hai dato il suo bambino?
Di giorno chi lo tiene?
Coi soldi state bene?
E l'università?
Rinunci o ce la fai?
Io mi ricordo una piazza di donne e il mio rischio
di essere maschio e gridavi "Io vivo!
Non sono un oggetto!", raccontala adesso
la libera scelta che scelta non è!

Però
ti sei difesa bene
tu sei ancora tu
Io ti rispetto, tu hai fatto di tutto
resiste fino all'ultimo
Stretta dal tempo che batte nel petto
la tua spavalderia
l'orgoglio di una tigre
su quelle spalle magre
la strada è questa ormai
vai avanti ce la fai
Io mi ricordo la piazza di Maggio, "Sei pazza!"
ti dissi fra i pezzi di carta rimossi
dal vento e girata di spalle finisti
"Mi spiace, ragazzo, il pazzo sei tu!..."

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Edizioni Babilonia di Facchinetti / Discorso Edizioni Musicali
La canzone è stata riadattata cambiando l'ordine delle strofe nella sua versione inclusa nell'album Opera Seconda.

La canzone è apparsa in seguito su:


La canzone originale è in tonalità di FA maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Quaderno_di_donna

Commenti sulla canzone

Roby Facchinetti

«Il testo, riletto oggi, ha un sapore assolutamente diverso. Quando Valerio lo scrisse, era il periodo d'oro del movimento femminista. Superato quel momento di scontri e tensioni ideologiche, sono rimaste le conquiste che il femminismo ha assicurato a tutte le donne, migliorando il loro stato sociale».

Incredibilmente giu'

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti
  • Voce solista: Dodi Battaglia
  • Timing: 3:56 ca.

Mi sentivo incredibilmente giù
te ne andavi improvvisamente tu
e non c'era assolutamente più
niente al mondo da fare
così
mi trovai
coi vecchi amici a far mattina
a festeggiare la fortuna
che non mi tormentavi più
e poi
su di te
mi raccontarono di tutto
che me l'avevan sempre detto
che io non ragionavo più
E mentendo incredibilmente io
dissi forte "Da oggi sono mio
mi appartengo, mi amo, abbasso lei
non la voglio vedere mai più!"
Li lasciai
che era già quasi fuori il sole
dissero tutti "Meno male
che adesso non ci muore più
per lei"
mentre io
io stavo già come mi vedi
così col cuore sotto i piedi
pronto a non farcela già
più
Li lasciai
che era già quasi fuori il sole
dissero tutti "Meno male
che adesso non ci muore più
per lei"
mentre io
io stavo già come mi vedi
così col cuore sotto i piedi
pronto a non farcela già
più
Mentre io
io stavo già come mi vedi
così col cuore sotto i piedi
pronto a non farcela già
più
Mentre io...

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Edizioni Babilonia di Facchinetti / Discorso Edizioni Musicali

La canzone è apparsa in seguito su:

La canzone originale è in tonalità di LA minore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Incredibilmente_gi%C3%B9

Commenti sulla canzone

Dodi Battaglia

«Un classico dei Pooh anni Settanta, caratterizzato da un suono molto particolare. Ricordo che in quel periodo ero alla ricerca di un suono molto compresso, per cui feci penare per un'oretta il tecnico della sala d'incisione: il compressore ancora non lo avevano inventato».

Classe '58

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti
  • Voce solista: Dodi Battaglia
  • Timing: 4:31 ca.

Un biglietto del tram
mille lire di film
e così
se ne va
la tua libera uscita
il tuo colpo di vita in città
se ne va
Sotto la luna le donne tra i fuochi di gomme di periferia
al tuo sguardo di gatto sperduto
han sorriso e han risposto "Ragazzo, fa presto!"
e ora torni a dormire con gli altri
col cuore per terra aspettando la guerra
Soldato d'ltalia
che guardi la notte
in silenzio dai vetri del tram
Una birra, un juke box
la Domenica Sport
e così
se ne va
anche il giorno di festa
e l'angoscia è rimasta con te
più che mai
Tutta la gente lì intorno alla fine del giorno ha il suo letto di casa
mentre tu butti un anno di vita appoggiato a un fucile
di guardia a un cortile
La tua casa ha i balconi sul mare, c'è odore di viole nei giorni di sole
Un cespuglio di luci si specchia nel porto stasera
che è giorno di fiera
soldato d'Italia
che ascolti il "Silenzio"
parlando a una fotografia

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Edizioni Babilonia di Facchinetti / Discorso Edizioni Musicali

La canzone è dedicata a chi svolgeva il servizio militare obbligatorio di leva, coscrizione obbligatoria della classe che compiva i vent'anni nell'anno di leva, detta anche naja. Il servizio è stato obbligatorio fino al 2005 e nell'anno di pubblicazione dell'album fu intitolata a chi nel 1978 compieva i vent'anni di età.

La canzone originale è in tonalità di MI maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Classe_%2758

Commenti sulla canzone

Dodi Battaglia

«Parla di un ragazzo che sta svolgendo il servizio militare. Secondo me è un pezzo molto emozionante. Ci sono molto legato perchè in quel periodo stavo iniziando a sviluppare un mio linguaggio chitarristico, quindi mi ricorda parecchie cose belle».

Il ragazzo del cielo (Lindbergh)

  • Testo: Valerio Negrini
  • Musica: Roby Facchinetti, Red Canzian
  • Voci soliste: Red Canzian, Roby Facchinetti
  • Timing: 6:11 ca.

E
la luna silenziosa
fu
stupita, fu curiosa
"Ma tu chi sei?
Perché tu sai
volare?"
Così parlò
la luna
all'aviatore
"Sai
quant'è lontano il mondo?
Sai
quant'è profondo il mare?"
Rispose lui
"Io devo
attraversare
aiutami
non farmi
addormentare"
Sull'Oceano Atlantico
la notizia passò
dalle Azzorre all'Africa
ogni nave svegliò
"Il ragazzo del cielo
è arrivato a metà
del suo viaggio da solo
forse ce la farà!"
La luna all'orizzonte
bagnò di luce
bianca la fronte stanca dell'uomo
finché a levante apparve il mattino
E nell'aria gelida
finalmente scoppiò
un'aurora magica
che la notte incendiò
e si accese il mare
sulla Porta dell'Est
poi l'Europa nel sole
dietro al porto di Brest
Non c'era più la luna
ma dove in quel momento
era notte c'è chi sorpreso
vide la luna fare un sorriso.

Note sulla canzone

Editore: Edizioni Musicali Sugar Music / Edizioni Musicali Suvini Zerboni / Edizioni Babilonia di Facchinetti / Discorso Edizioni Musicali

La canzone racconta della prima traversata dell'Atlantico, in solitaria e senza scalo, compiuta da Charles Lindberg a bordo del suo monoplano leggero, lo Spirit of Saint Louis. Partito alle 7.52 del 20 maggio dal Roosevelt Field, nei pressi di New York, giunse alla destinazione nei pressi di Parigi, al Champs de Le Bourget, alle 22.00 del 21 maggio, dopo 38 ore e 8 minuti esatti.
La canzone è stata riadattata in tonalità per la versione inclusa nell'album Opera Seconda.

La canzone è apparsa in seguito su:

La canzone orginale è in tonalità di MI maggiore.
Accordi: http://wikitesti.com/index.php/Il_ragazzo_del_cielo_%28Lindbergh%29

Commenti sulla canzone

Red Canzian

«Un pezzo bellissimo, ispirato dalla storia dell'aviatore Lindbergh: racconta la sua trasvolata oceanica. Musicalmente è uno dei pochi scritti a quattro mani da me e Roby. È una di quelle canzoni che combinano perfettamente testo e musica. Ricordo che nella prima tournée subito dopo la pubblicazione dell'album che lo conteneva, eseguivamo Il ragazzo del cielo con un effetto scenico creato col ghiaccio secco, quindi sembrava veramente che stessimo volando sul palco. Il palco diventava una nuvola bassa di vapore e il laser creava un'atmosfera quasi magica. Quando è nata questa musica, abbiamo subito pensato di abbinarla a un testo che raccontasse la storia di Lindbergh: era una melodia che volava e Valerio ha incastrato parole perfette su queste note. Ne è venuto fuori un quadro stupendo».

Valerio Negrini

«Stavo conseguendo il brevetto da pilota. Sono sempre stato affascinato dal volo. Io e un amico che studiava da pilota di linea passavamo le giornate a bordo di un ultraleggero. Comprai un libro sulla storia di Lindbergh e lo lessi tutto d'un fiato».

Note sull'album

Interno della copertina

Interno

Altre edizioni

  • 1978 - Edizione promozionale per il jukebox su vinile, CGD YD 526. Lato A "Pronto, buongiorno è la sveglia..." - Lato B "Ci penserò domani". Busta: Standard forata.
  • 1978 - Edizione su musicassetta, CGD, 30 CGD 20077. Etichetta bianca e celeste.
  • (Data non disponibile) - Edizione su musicassetta, CGD, 30 CGD 20077. Etichetta verde.
  • 1978 - Edizione su Stereo8 della CGD, 32 S 20077.
  • 1978 - Edizione su vinile per la Spagna, CBS, S 83503.
  • 1978 - Edizione su vinile per il Venezuela, Epic, EPIC-144.
  • 1979 - Edizione su vinile per l'Olanda, CBS, CBS 83545.
  • 1988 - Edizione su vinile, CGD, 0090317050720.
  • 1988 - Edizione su CD, CGD, CDS 6101. Made in France.
  • 1989 - Edizione su vinile della Warner Music, 9031-70507-1.
  • 1989 - Edizione su musicassetta della Warner Music, 9031-70507-4.
  • (Data non disponibile) - Edizione su musicassetta, CGD, 9031 70507-4. Etichetta celeste e bianca.
  • (Data non disponibile) - Edizione su CD, Warner Music, 9031-70507-2.
  • (Data non disponibile) - Edizione su CD, CGD, 9031 70507-2. Made in Italy by Pozzoli..
  • (Data non disponibile) - Edizione su CD, CGD, 9031 70507-2. Made in Germany.
  • 25.01.1996 - Edizione su CD per il Giappone, EastWest, AMCE-928.
  • 15.02.2005 - Edizione su CD per il Giappone, Strange Days Records, WAS-1018.

 

Edizione su musicassetta e Stereo8

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Lato B dell'edizione su CD

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Rassegna stampa

Aprile 1978 - Testata sconosciuta - "I Pooh - Cercami"

Aprile 1978 - Testata sconosciuta - I Pooh - Cercami

1978 - Il Monello - Numero 25 - Pagina 40 - "I Pooh", di R. C.

1978 - Il Monello - Numero 25 - Pagina 40 - I Pooh, di R. C.    1978 - Il Monello - Numero 25 - Pagina 40 - I Pooh, di R. C.    1978 - Il Monello - Numero 25 - Pagina 40 - I Pooh, di R. C.    1978 - Il Monello - Numero 25 - Pagina 40 - I Pooh, di R. C.    1978 - Il Monello - Numero 25 - Pagina 40 - I Pooh, di R. C.

Dall'estate '77 all'inizio estate '78 i Pooh sono stati spesso all'estero, in tournée. Quasi un anno intero di silenzio, di volontario esilio, che i Pooh stessi hanno definito «un'operazione costruttiva per iniziare un discorso più concreto fuori dei nostri confini nazionali e maturare musicalmente a contatto di un ambiente diverso. Una maturazione che si avverte già nel nostro 45 giri appena uscito e nell'album che uscirà in settembre».
- Ma in cosa si concreta questa maturazione?
- Non c'è quasi più l'orchestra, soltanto un filo. Ora tutto è basato sulle nostre voci e sui nostri strumenti. Siamo diventati completamente autosufficienti. Le ritmiche sono più vive, mentre prima in certi pezzi, rischiavamo di essere... semplici accompagnatori dell'orchestra.
- Ma in sostanza che cosa darete di più al pubblico?
- Uno spettacolo più completo, più sicurezza in noi stessi [...], rinnovato musicalmente e come impianto luci, fra cui ha fatto il suo infresso il laser per alcuni effetti speciali.
[...] molti si accontentano di sfruttare il successo del momento per mettere da parte quattrini. Noi, invece, crediamo in noi stessi e nella musica che facciamo e abbiamo investito - diciamo così - i nostri guadagni nel nostro talento [...]. Per rinnovare il nostro spettacolo abbiamo speso [...] circa 150 mioioni in nuovi strumenti e apparecchiature per dare al pubblico uno spettacolo degno di questo nome, mentre invece sarebbe stato più semplice, e soprattutto più sicuro, mettere i quattrini guadagnati in banca...
- Alcuni vi accusano di fare musica non impegnata, cioè musica di consumo, sia pure a un certo livello. E' vero?
- [...] Un artista incide un disco per venderlo: è quindi sempre un'operazione commerciale. Chi nega questo è in malafede... Noi almeno siamo sinceri. Facciamo dischi che piacciono a noi prima che al pubblico. I nostri appassionati che ci seguono fin dai tempi di «Tanta voglia di lei» lo sanno e sanno anche che nelle nostre canzoni non abbiamo parlato solo d'amore, ma abbiamo affrontato molti problemi, anche sociali, senza per questo spacciarci per «impegnati».
- E di costoro, cosa ne pensate?
- Pensiamo che in questo momento particolare la gente non vada ulteriormente angosciata con tematiche musicali dure, pesanti, difficili. La gente ha bisogno di cose umane, serene. E noi, nelle nostre canzoni, raccontiamo storie di vita in cui ognuno può ritrovarsi.

Settembre 1978 - Testata sconosciuta - "POOH Boomerang (CGD 20077)"

POOH Boomerang (CGD 20077)

La musica in genere (e la musica pop o leggera in particolare), sono da sempre una girandola di mode, di nomi, di stili, di generi che si rincorrono l'uno con l'altro a una velocità sempre maggiore, che si annullano e si superano a vicenda. Sono pichi, cioè, quelli che riescono ad imporre un genere musicale, e a non lasciarsi imporre delle mode.
In Italia vi riescono pochi artisti. E tra questi pochi ci sono i Pooh. [...] oggi, con questo LP, i Pooh dimostrano di essere uno dei pochi gruppi in Italia con una loro musica, un loro stile musicale che (al contrario della maggioranza dei nostri gruppi) non «ruba» niente del pop d'oltremanica o oltreoceano.
[...] in questo nuovo LP «Boomerang» i Pooh hanno fatto un salto in avanti curando maggiormente le sonorità e gli impasti strumentali. Sulle voci, come il solito, non c'è niente da dire: sono tutti e quattro ottimi cantanti [...]. Musicalmente invece sono notevolmente migliorati, anche se già nel loro precedente e ottimo LP «Rotolando, respirando» avevano dmostrato di voler progredire musicalmente.Il lavoro iniziato in quel LP è stato completato in questo. Qui la musica non ha più solo la funzione di seguire la canzone o il testo, ma ha un suo ruolo ben preciso e importante. Anche per questo è stata curata forse più che negli altri LP, sia a livello compositivo, sia nella ricerca di sonorità nuove, molto diverse e di effetto, sia a livello tecnico. (Il transfert è stato eseguito negli studi CBS di Londra da un eccezionale tecnico che si chiama Arun Chakraverty).

1978 - Play Sport & Musica - Pagina 88 - "Pooh in volo", di Daniela Mimmi

1978 - Play Sport e Musica - Pooh in volo, di Daniela Mimmi    1978 - Play Sport e Musica - Pooh in volo, di Daniela Mimmi

[...] Lo spettacolo risponde pienamente alle aspettative. E' bello come può esserlo una cosa cui ci si dedica anima e corpo per alcuni mesi, che è costato cento milioni, e che vibra di tanto entusiasmo. Gli equilibri tra gli effetti scenici, le musiche, gli arrangiamenti, le musiche, le atmosfere è perfetto. Diventa un tutt'uno quadi indefinibile che ti conquista subito emotivamente. E' un volo che segue passo-passo il «ragazzo del cielo». Quando suonano «Lindberg» due ali fosforescenti si incendiano di luci dietro la batteria di Stefano, e Lindberg continua a volare, sopra l'oceano, sopra al mondo intero, finalmente libero, vicino alla Luna, e il raggio laser si apre a raggera e gira vorticoso sulle nostre teste fendendo glaciale la cortina di fumo che si alza dal palco. E sotto tutto questo i due timpani sinfonici che si alcano cupi sulle tastiere, e ti danno la sensazione di volare anche tu, insieme al «ragazzo del cielo» accanto alla luna [...].
«Con questo spettacolo abbiamo intenzione di fare un rientro in Italia per lo meno trionfale - dice Dody, bolognese [...] -. Ci è costato cento milioni».
«Solo il laser è costato ventisette milioni, più undici per la scatola. E abbiamo dovuto mandare a Los Angeles il nostro tecnico per un mese e mezzo, per imparare a manovrarlo, accomodarlo, eccetera. Sai che ci vuole un patentino per azionare il laser? - interviene Stefano -. E poi c'è stato l'acquisto del camion, di una nuova amplificazione, del carrello americano (una cinquantina di luci appese a una transenna che starà davanti al palco n.d.r.) [...]».

Ottobre 1978 - Nuovo Sound - Numero 10 - Pagina 18 - "Ancora un passo avanti", di Nicola Sisto - "Gli scansavacanze", di Stefano D'Orazio

Portfolio Item    Portfolio Item    Portfolio Item

15 ottobre 1978 - Corriere Boy - Numero 41 - Pagina 3 - "Pooh", di Fiorella Gentile

15.101978 - Corriere Boy - Numero 41 - Pagina 3 - Pooh, di Fiorella Gentile    15.101978 - Corriere Boy - Numero 41 - Pagina 3 - Pooh, di Fiorella Gentile    15.101978 - Corriere Boy - Numero 41 - Pagina 3 - Pooh, di Fiorella Gentile

[...] «La nostra è stata un'evoluzione spontanea. Aver scelto, nel '75, di autogestirci è stata una decisione molto importante. Da allora ci produciamo, curiamo le edizioni, scegliamo le copertine. E' faticoso, ma molto stimolante... Siamo passati, in dieci anni, attraverso varie mode musicali, dal beat alla disco music, ma siamo sempre rimasti fedeli a noi stessi. Oggi, ciascuno di noi convoglia le sue idee, i suoi gusti personali nella musica dei Pooh [...].
«La cosa più importante è stato per il gruppo aver lavorato molto nelle città italiane, aver avuto modo di tastare il polso del pubblico... siamo cresciuti insieme, tanto che, ai concerti, incontriamo mamme e figlie... Siamo quasi alla terza generazione. Il nostro pubblico non si è mai sentito tradito: gli diamo quello che si aspetta, o forse "un poco" di più».
[...] Una luce laser da trentotto milioni, due ali fosforescenti, duecento spot, una scritta luminosa, la macchina del fumo e quella del ghiaccio secco e il magnesio: un concerto dei Pooh non è mai soltanto musica, è atmosfera, incanto, alta spettacolarità, un vero show da far invidia agli americani.

16 novembre 1978 - Testata sconosciuta - "Il boomerang dei Pooh"

16.11.1978 - Il boomerang dei Pooh

1978 - Best - "Boomerang"

1978 - Best - Boomerang    1978 - Best - Boomerang    1978 - Best - Boomerang    1978 - Best - Boomerang    1978 - Best - Boomerang

Dicembre 1978 - Lancio Kolossal - Numero 49 - Pagina 8 - "I Pooh", di Simonetta Martellini

Dicembre 1978 - Lancio Kolossal - Numero 49 - I Pooh, di Simonetta Martellini    Dicembre 1978 - Lancio Kolossal - Numero 49 - I Pooh, di Simonetta Martellini

[...] RED: [...] siamo partiti per stare fuori un anno e i giornali ne hanno parlato [...]; il 45 giri «Cercami» è uscito prima dell'estate e al nostro ritorno l'abbiamo trovato già ben avviato; la gente, poi, sapeva che il nostro rientro in Italia avrebbe coinciso con la presentazione di un nuovo spettacolo ed è venuta in massa a vederlo [...].
ROBY: Lo spettacolo estivo è stato completamente rinnovato, rispetto a quello che facemmo l'anno scorso. Siamo rimasti talmente soddisfatti, che l'abbiamo mantenuto quasi invariato per la tournée invernale. La cosa più interessante è l'uso che facciamo del raggio laser: il risultato è tutta una serie di effetti nuovi. C'è poi una scenografia particolare: due grandi ali si illuminano; una grande scritta «Pooh» che sale e scende, dei fondali bianchi, un'americana [...]. In gergo, «americana» non è altro che un traliccio in cui viene riunito tutto l'impianto luci.
- Quanto dura l'intero spettacolo?
ROBY: Completo, un'ora e mezzo.
- Perché, qualche volta è... incompleto?
ROBY: Sì, quando l'ambiente non è sufficientemente alto e ampio, siamo costretti ad eliminare una parte della scenografia e, di conseguenza, saltano le canzoni legate a quei particolari effetti.
- Di quanto spazio avete bisogno?
ROBY: Per montare strumenti e scenografia abbiamo bisogno di un palco di quindici metri per sette: capisci bene che non tutti i locali hanno così tanto spazio [...].
- E' questo il motivo per cui la tournée invernale, dall'8 dicembre al 6 gennaio, si svolge solamente nei teatri?
ROBY: Sì, siamo sicuri, così, di non dover sacrificare alcuna parte dello spettacolo. Anzi, rispetto a quello estivo, abbiamo aggiunto qualcosa.
- Che cosa?
DODY: Innanzitutto quattro o cinque pezzi del nuovo LP «Boomerang»: siamo arrivati a due ore di spettacolo! [...] Uno dei nostri problemi [...] è che c'è sempre la persona che ci chiede perché non abbiamo fatto «Alessadra», o «Pensiero», o qualche altro pezzo. In tanti annia abbiamo collezionato un buon numero di successi e non possiamo riproporli tutti ogni volta: altrimenti non è più uno spettacolo, ma «Ben Hur»!
- Non potete riunire tutti i pezzi famosi in un «collage»?
DODY: L'abbiamo fatto per tanti anni, ma abbiamo smesso per non ricalcare sempre vecchi schemi. Inoltre ci sembra giusto che il concerto di oggi rispecchi l'attuale momento musicale dei Pooh.
- [...] Qualch episodio...
RED: A Sofia abbiamo suonato per ventiquattromila persone e i biglietti erano stati venduti in due giorni un mese prima. In Romania abbiamo fatto una tournée in un Paese completamente ghiacciato: era tutto bianco, dalle case...
DODY: ...alle mani dei musicisti!
RED: In America, invece, era primavera: bel tempo a New York, a Montreal. A Toronto ci siamo stati una vita [...].
ROBY: Abbiamo comprato un sacco di strumenti nuovi, spendendo tutti i soldi che avevamo guadagnato...
RED: E vendendo anche qualcosa che avevamo portato dall'Italia...
- L'idea di usare il laser per ottenere effetti scenici vi è venuta in America?
RED: No, l'avevamo avuta molto prima.
ROBY: Anche se qui da noi è sembrata un'idea nuova, ci sono molti gruppi, tra cui i Wings di Paul McCartney, che lo usano da più di due anni.

14 gennaio 1979 - Ciao 2001 - "Pooh/Boomerang - E di ritorno il successo", di Piergiuseppe Caporale

14.01.1979 - Ciao 2001 - Pooh/Boomerang - E di ritorno il successo    14.01.1979 - Ciao 2001 - Pooh/Boomerang - E di ritorno il successo

Tredici singoli di successo, dieci album altrettanto noti, sei dischi d'oro, un LP d'oro, miriadi di riconoscimenti nazionali ed internazionali, il tutto in dodici anni di carriera: questo il bilancio, finora, di uno dei gruppi più popolari della musica leggera italiana, i Pooh [...].
Bisogna dire che i Pooh sanno suonare, sanno tenere la scena, sanno destreggiarsi in mezzo a mille problemi di immagine che un gruppo come il loro necessariamente deve sopportare. E' indubbiamente difficile lasciare una strada redditizia come quella loro: con ogni probabilità il fatto di essere nati e di avere sfondato in un momento in cui il mondo dei musicofili si divideva nettamente fra "impegnati" e "leggeri", ha creato sulla loro immagine un crisma di facilità che ben difficilmente potrà essere dimenticato in breve tempo [...].
Il 1978 è stato caratterizzato per i Pooh dall'inizio della svolta: già "Rotolando respirando", l'album dell'anno scorso, il secondo autoprodotto dopo il "divorzio" con Giancarlo Lucariello, recava i primi segni del rinnovamento. Un sound decisamente più internazionale, una ricerca di sonorità al passo con i tempi, e, soprattutto, una parvenza di testi meno ovvi e disimpegnati dei precedenti. Il recentissimo "Boomerang" rappresenta un deciso passo avanti [...]. Il supporto musicale s'è fatto più scarno, meno barocco, anche se la ricchezza degli strumenti usati [...] è sempre tanta: soprattutto ci è sembrato che tutto l'impasto musicale sia decisamente di gusto, raffinato nei colori. Finalmente, poi c'è un certo abbandono dei falsetti, o perlomeno della parte più accattivante di quegli impasti vocali che, con ogni probabilità, erano i più anatemizzati da taluni critici dell'era precedente [...].
STEFANO - [...] ci siamo accorti che il pubblico che veniva ai nostri concerti non era poi quello che acquistava i nostri dischi: parlandone con i ragazzi che trovavamo negli spettacoli ci siamo resi conto che il fatto che nei nostri dischi ci fosse sempre, in più rispetto al prodotto dal vivo, l'orchestra, magari l'orchestrona con tutta la pomposità conseguente, dava al prodotto una sensazione di stantio, di vecchio. A questo punto con "Poohlover" abbiamo tolto l'orchestra ed abbiamo cominciato a fare tutto da noi, per cercare di riportare in disco il nostro sound dal vivo. Con "Boomerang" abbiamo tralasciato anche il resto e cioè ogni tipo di arrangiamento barocco, di sovraincisioni chilometriche: per questo forse c'è un senso più immediato, a volte anche sinfonico, ma in modo differente dai nostri precedenti lavori.
[...] il nostro prodotto è stato sempre al di sopra delle mode: fare qualcosa alla moda è abbastanza semplice, basta ricalcare quello che fanno tutti. I Pooh ancora prima che arrivassi io avevano fatto una loro musica: una musica che può piacere e non, ma che è stata abbastanza identificabile, abbastanza personale [...]. Quello che probabilmente non ha mai capito certa critica è che il pubblico riesce ad accettare tutte le differenti facciate della musica [...].
Una gross influenza, erano i Bee Gees: devo dire che Roby Facchinetti componeva con un occhio attento a quello che era il suo amore per i Bee Gees. Precedentemente, invece, erano stai i Beatles: uno degli accorgimenti iniziali era infatti quello di gonfiare in sede di arrangiamento le soluzioni trovate dal quartetto di Liverpool per quanto riguardava soprattutto gli impasti vocali [...].
CIAO 2001 - [...] Giancarlo Lucariello: fino a che punto lui è stato responsabile dei vostri suoni, sia in senso negativo che positivo?
STEFANO - [...] c'è stato un certo momento in cui non ci ritrovavamo nelle cose che invece piacevano e continuavano a piacere a Giancarlo e che fino ad allora erano piaciute anche a noi. [...] noi continuavamo ad andare in giro per l'Italia a fare i nostri concerti e ci rendevamo conto personalmente di dove ci divertivamo di più, di quali erano le cose che ci sentivamo più addosso; al limite, di un album, dal vivo non facevamo nemmeno un pezzo, proprio perché non ci divertiva [...].
CIAO 2001 - [...] sono dell'idea che, perlomeno da un paio di album, i Pooh stiano facendo una lenta sterzata. La lentezza dell'operazione è da addebitare alla paura di perdere un certo mercato che voi avete abituato in un certo modo?
STEFANO - A parte questo motivo è anche una precisa scelta. [...] secondo noi le famose musiche alternative non sono altro che un fatto d'élite, anche se in apparenza vogliono sembrare un fatto popolare nl senso più tradizionale della parola e cioè rivolte al popolo. [...] un'Italia che veniva fino a qualche tempo fa dai "Vola colomba" e "Vecchio scarpone" non poteva accettare un discorso all'improvviso del tutto differente. Noi stiamo certamente crescendo come strumentisti, e cerchiamo di crescere di pari passo con la cultura musicale italiana [...]. Noi cerchiamo [...] di proporre il nostro tipo di evoluzione: se fai un salto indietro di cinque anni ti accorgi che "Boomerang" non ha nulla a che vedere con "Opera prima".