Pooh - 1972 Tour teatrale con orchestra sinfonica

1972 Tour teatrale con orchestra sinfonica

DICEMBRE

02 - Bari - Teatro Petruzzelli, due concerti (ore 17:00, ore 21:15).
03 - Napoli - Teatro Mediterraneo, due concerti (ore 17:00, ore 21:15).
04 - Roma - Teatro Sistina, ore 21:15.
11 - Milano - Teatro Manzoni, ore 21:15 (inizialmente era stato indicato il Teatro Lirico).

1973 - Concerto al Teatro Manzoni di Milano

1973 - Concerto al Teatro Manzoni di Milano. Biglietto di Cristiano Mari.

1973, tour teatrale

Al minitour di quattro date partecipò l’orchestra di 40 elementi che suonò nell’album "Alessandra".

1973, tour teatrale
1973, tour teatrale

Due foto scattate durante una data della torunée. Fonte www.classicaoggi.it

03 dicembre 1972, i Pooh al Teatro Mediterraneo di Napoli nella seconda tappa del tour teatrale con orchestra sinfonica. Dodi indossa la celeberrima "pelliccetta".
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Scaletta del concerto

Rassegna stampa

Settembre 1972 - Il Monello - Numero 37 - "I Pooh - Tanta voglia di... successo", di Claudio Lippi. Caricatura di Magistrelli Spadoni

Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi    Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi     Settembre 1972 - Il Monello - I Pooh - Tanta voglia di successo, di Claudio Lippi

[...] I Pooh sperano di poter realizzare un progetto attorno al quale stanno lavorando da un anno: una tournée teatrale in cui dovrebbero essere accompagnati da una orchestra di 32 elementi. È una iniziativa nuova per l'Italia e credo possa riscontrare un buon successo, considerando che il repertorio dei Pooh bene si adatta all'esibizione teatrale, in quanto non necessita certo degli assordanti effetti di tante formazioni moderne.
Questa tournée dovrebbe aver luogo dal 10 al 20 ottobre; intanto si stanno lasciando alle spalle una serie impressionante di serate, che li ha visti impegnati praticamente in quasi tutti i luoghi di villeggiatura.

19 novembre 1972 - Ciao 2001 - Numero 46

19.11.1972 - Ciao 2001 - Numero 46

Da notare come per il concerto dell'11 dicembre sia indicato il Teatro Nazionale di Milano. In realtà i Pooh si esibirono al Teatro Manzoni.

03 dicembre 1972 - Ciao 2001 - Numero 48

03.12.1972 - Ciao 2001 - Numero 48

11 dicembre 1972 - Testata sconosciuta - "Oggi a Milano Tamara e i Pooh"

11.12.1972 - Testata sconosciuta - Oggi a Milano Tamara e i Pooh

[...] Al Teatro di via Manzoni, stasera i «Pooh» daranno un concerto insieme a un'orchestra sinfonica. La singolarità della serata consiste nel connubio tra «pop» e «classico».

12 dicembre 1972 - Testata sconosciuta - "Le canzonette dei Pooh con orchestra sinfonica"

11.12.1972 - Testata sconosciuta - Le canzonette dei Pooh con orchestra sinfonica

Winny the Pooh è il nome di un orsetto disegnato da Walt Disney, popolarissimo negli Stati Uniti. In Italia ridotto semplidemente a Pooh è popolare, invece, per via di quattro ragazzi, impastati di antico sentimentalismo, che chitarra, basso, tastiere e batteria alla mano hanno da tempo conquistato i favori di un certo pubblico giovanile. Sono un complesso «da classifica», per usare un termine da gergo discografico, gente cioè che scala spesso le classifiche di vendita dei dischi. Tanta voglia di lei, per fare un solo esempio di canzone dei Pooh, dopo aver tenuto banco per mesi in Italia è diventata El verdadero amor in Spagna, in Venezuela, in Argentina e I'll Close The Door Behind Me in Inghilterra, ovunque accolta con grande entusiasmo, appunto dai giovani.
E sono stati i giovani, ieri sera al Teatro di via Manzoni a tenere a battesimo un nuovo esperimento dei Pooh, i quali seguendo una moda ormai abbastanza diffusa, hanno suonato e cantato molte delle loro canzoni, facendosi accompagnare da una orchestra sinfonica. La sala non gremita ma abbastanza piena, era afollata anche da «esperti» della canzone e del disco. C'era Caterina Caselli, un po' diva e un po' padrona di casa (i Pooh, infatti, incidono per la casa discografica del marito della cantante, Piero Sugar) e erano presenti direttori artistici e talent scouts, giovani cantanti in attesa di un possibile lancio e curiosi di vario genere, da coloro che si chiedevano semplicemente cosa potesse nascere dal connubio canzone-sinfonismo, a coloro che speravano di cogliere Patty Pravo in atteggiamento romantico. Le cronache rosa, infatti, dicono che ad uno dei Pooh, Riccardo, vadano attualmente i pensieri della ex-stella del Piper.
Sui settecento posti del Teatro di via Manzoni, trecento circa erano per gli invitati. Gli altri erano ammiratori (o piuttosto ammiratrici) di Roby Facchinetti (24 anni) il musicista del complesso che suona le tastiere, di Riccardo Fogli (23 anni) bassista e cantante, di Dody Battaglia (21 anni), compositore, chitarrista e cantante e di Stefano D'Orazio (22 anni) batterista e cantante. Per tutti e quattro grandi applausi dopo ogni esecuzione, e non solo da parte degli invitati.

12 dicembre 1972 - Testata sconosciuta - "I Pooh: un Villa «quadruplicato»"

12.12.1972 - Testata sconosciuta - I Pooh: un Villa «quadruplicato»

Le locandine del teatro Manzoni annunciavano uno dei più importanti avvenimenti della musica leggera (e i prezzi erano in proporzione). Lo spettacolo era affidato ai Pooh, un complesso che ha dominato a lungo le classifiche discografiche. Ed eccoli questi Pooh, davanti hanno un marchingegno elettronico al quale devono le loro voci tremule, dietro un'«orchestra sinfonica» che si abbandonerà poi a una piena melodica non indegna dei tempi di Mantovani e Percy Faith, famosi distillatori di melassa musicale. La platea è tranquilla, qualche gridolino tanto per non perdere l'abitudine, un paio di dive: la Caselli che in fondo è la «padrona» dei Pooh, e Mia Martini coscienziosamente travestita da beat. E l'«avvenimento»? Lasciamo perdere. Il rock, questo suono che ha accompagnato gli anni Sessanta e forse accompagnerà gli anni Settanta, è in crisi un po' dappertutto [...].
Questi Pooh, nonostante le chitarre e i miscelatori sonori, hanno un discorso musicale di estrema povertà inventiva. Gorgheggiano come un Claudio Villa moltiplicato per quattro: così l'insopprimibile vocazione nazionale verso i ghirigori vocali, cacciata dalla porta rientra dalla finestra [...].

17 dicembre 1972 - Bolero Teletutto - N.1337 - Pag. 25 - "I Pooh - Una grande orchestra tutta per loro", di Velia Veniero

17.12.1972 - Bolero Teletutto - N.1337 - I Pooh - Una grande orchestra tutta per loro

In pochi anni, dopo inizi difficili e stentati, i Pooh, vale a dire quattro ragazzi in gamba, Roby, Riccardo, Dody e Stefano, hanno fatto molta strada e sono riusciti a entrare nella rosa dei «big» della musica leggera. Le loro canzoni (basterà citare tre titoli «Tanta voglia di lei», «Pensiero», «Noi due nel mondo e nell'anima») si sono imposte non soltanto in Italia ma anche all'estero, soprattutto in Sud America. In Venezuela, ad esempio, i Pooh sono stati a lungo al primo posto nelle classifiche di vendita con «Tanta voglia di lei» e hanno ricevuto un disco d'oro. Sempre tesi nello sforzo di migliorarsi e di dar vita a varie iniziative artistiche, i Pooh stanno effettuando in questi giorni una tournée nelle principali città italiane nel corso della quale si esibiscono con l'accompagnamento di una grande orchestra sinfonica. I quattro ragazzi presentano, oltre ai loro maggiori successi, alcuni motivi del loro ultimo LP intitolato «Alessandra». È forse la prima volta che un complesso italiano si fa accompagnare da un'intera orchestra, senza per questo perdere le proprie caratteristiche, anzi valorizzandole al massimo. Ma per i Pooh la distinzione tra musica leggera e musica seria non ha quasi più senso; per loro esiste solo la musica e la grande tradizione melodica italiana alla quale, pur essendo moderni, continuano a rimanere fedeli.

22 dicembre 1972 - Qui Giovani - N.57 - Pag. 30 - "Non bastano 31 violini per accoppiare il pop con il classico", di Carlo Tumbarello

22.12.1972 - Qui Giovani - N.57 - Non bastano 31 violini per accoppiare il pop con il classico

Concerto dei Pooh a Milano: "Roby, Riccardo, Dody, Stefano con l'orchestra sinfonica", diceva il programma. Qualcuno ha pensato di vedere nell'insolito accoppiamento un incontro (il primo in Italia!) tra la musica pop e quella classica, sulla scia di molti gruppi d'avanguardia stranieri che già da anni, e non soltanto nei concerti, interpretano brani classici, sinfonici e operistici in chiave rock. Tutto ciò però non è avvenuto al Teatro di via Manzoni "Renato Simoni". I Pooh accompagnati da 31 violinisti (diretti dal maestro Angiolini) hanno presentato tutti i loro più grossi successi da "Tanta voglia di lei" a "Pensiero", da "Noi due nel mondo e nell'anima" all'ultimo singolo "Cosa si può dire ti te?". In pratica quasi tutti i brani incisi nei due album "Opera prima" e "Alessandra": 16 canzoni dalla linea melodica gradevole tipicamente italiana perseguita con monotona coerenza dal quartetto da tre anni a questa parte.
E l'incontro tra pop e sinfonico? Nemmeno l'ombra. Quello che hanno fatto i Pooh esiste da quando si parla di musica leggera non solo in Italia ma nel mondo. Anzi vi dirò che è un accoppiamento ormai in disuso [...]. La fusione tra i due generi ci sarebbe stata se i Pooh anziché cantare "Tanta voglia di lei" avessero messo nel loro repertorio una sonata di Beethoven, un brano di Vivaldi, una fuga di Bach. Invece il quartetto ha semplicemente ripetuto dal vivo quello che fa in sala d'incisione: arricchire, cioè, la parte strumentale con archi e violini, da sottofondo ai quasi perfetti virtuosismi vocali [...].
Oltretutto mi sembra che i Pooh non si siano trovati a loro agio con questa orchestra che sinfonica non è. Finora, entro i limiti di un filone melodico che per l'ampiezza di certe melodie riesce a conservare una sua dignità, i Pooh avevano brillato non soltanto per l'apprezzabile affiatamento vocale ma anche per le ottime qualità di strumentisti. Dal vivo riuscivano a rendere quanto e forse più che in sala.
Nel concerto di Milano, invece, il disagio di Roby Facchinetti e compagni è stato notevole. Inoltre si è voluto dare all'avvenimento un'importanza che in realtà non aveva e non poteva avere, indipendentemente dal valore del gruppo. I Pooh scrivono e cantano brani decorosi, seguono un filone melodico che, volente o nolente, ha e avrà sempre una larghissima schiera di "seguaci" sia in veste di protagonisti sia in quella si spettatori.
Tempo fa avevo accennato infatti a una "linea Pooh", in quanto il quartetto riesce spesso a nobilitare un genere mortificato dalla maggior parte dei nostri cantanti e complessi. Ma non bisogna dimenticare che la loro è musica leggera nel vero senso della parola, cioè frivola, di evasione. Lo stesso Stefano D'Orazio (batterista), all'inizio di serata, dice che il loro discorso musicale rifugge da temi politici, sociali e di contestazione. Il loro tema preferito è l'amore. Si contesta fin troppo nella società, lasciamo quindi che almeno la musica rimanga estranea a questo fenomeno dilagante. Questo il succo del discorsetto fatto da Stefano.
Benissimo, cioè malissimo, perché se è vero che i divi hanno tanto ascendente sui loro fans, un discorsetto diverso dal solito "ti voglio bene" potrebbe indirizzare i giovani verso scelte meno tradizionali. Comunque i Pooh hanno confessato il loro disimpegno totale. E allora che suonino questo tipo di musica frivola senza il frac, la pretenzione e la pomposità che mi è parso di riscontrare l'altra sera al Manzoni.

17 gennaio 1973 - Gioia - Pag. 14 - «Un orsacchiotto per portafortuna e Patty Pravo per dispetto», di Enrica Salera

17.01.1973 - Gioia - Pag. 14 - Un orsacchiotto per portafortuna e Patty Pravo per dispetto, di Enrica Salera    17.01.1973 - Gioia - Pag. 14 - Un orsacchiotto per portafortuna e Patty Pravo per dispetto, di Enrica Salera

[...] La novità dei "Pooh" della quale bisogna parlare è quella di essere stato il primo complesso italiano ad aver dato dei concerti accompagnati da un'orchestra sinfonica di ben trentatré elementi con violini, viole, cembali, flauti, corni, tromboni. Si sono ripetute le scene dei gridolini in massa delle ragazzine, eppure il pubblico non era composto solo di giovanissimi e questo esperimento di fusione tra un complesso moderno e un'orchestra classica è risultato veramente positivo.
[...] Con loro è Giancarlo Lucariello, il loro giovane produttore, che gira l'Italia ed il mondo con loro, li considera come sue creature o suoi figli, non so, tanta è la passione e la tenerezza quando parla di loro [...].
«Perché i "Pooh", a differenza di altri complessi, cantano solo la donna e l'amore, il loto tema unico e fondamentale?».
«Per diverse ragioni: primo, la donna è un essere meraviglioso, necessario alla vostra vita di uomini; guai se non ci fosse questa cosa splendida che è la donna. Poi, l'amore: è inutile essere cinici, non si può rinnegare l'amore. Siamo circondati da guerre in tutte le parti del mondo, di orrore, di disperazione, di lotte interne e vogliamo pure nelle canzoni parlare di queste cose tremende? Ecco, cantando l'amore noi forse facciamo la contestazione della contestazione. E poi è indubbio che il tema dki amore ben si adatta al nostro sound che cerca soluzioni di equilibrio tra l'antico ed il moderno, alla nostra musica che è essenzialmente lemodia» [...].
[...] «Com'è andata l'esperienza con l'orchestra sinfonica?».
«Magnificamente: quando una platea ti segue attenta perché piaci, quando un teatro tace, assorto, è una sensazione meravigliosa, unica, che vorremmo sempre continuare a provare. Poi, nei camerini, oltre all'assalto delle ragazzine, enorme piacere ci hanno fatto dei signori che ci hanno detto: "Noi in genere andiamo a sentire le opere. Oggi, ci siete piaciuti anche voi". E una signora ci ha confermato, inoltre: "Io sono un'appasionata di musica sinfonica e contemporaneamente mio figlio mi costringe continuamente musica Beat. Mi è piaciuta la vostra fusione tra il sinfonico e la musica moderna, questa comunione insolita; continuate».
«So che vi siete finanziati da soli».
«E non solo questo, abbiamo curato da noi tutte le scenografie, l'impianto delle luci e delle diapositive sullo schermo; siamo andati in giro ad affittare i trentatré leggii dei professori d'orchestra. Per questi quattro spettacoli abbiamo girato l'Italia affittando un pullman a cinquanta posti per noi e l'orchestra, che ci è stata molto vicina. Nonostante il divario di età e di musica, c'è stata un'immensa collaborazione da parte di questi distinti signori che suonano nientedimeno che alla Scala o al Festival di Sanremo o Venezia. Un'esperienza massacrante, ma bella, fattiva, divertente e commovente. Vorremmo ripeterla ancora, se trovassimo qualcuno che ci finanzia. Perché, nonostante le ingenti spese che abbiamo sostenuto, le serate sono nettamente in attivo».
[...] Arriva Ivo Saggini, il manager del complesso ed io ne approfitto per andare di là a parlare un attimo con Riccardo del suo amore con Patty Pravo che tanto ha fatto parlare i giornali. Ne parlo a parte perché Lucariello mi ha detto esplicitamente questa frase: «Noi siamo felici che Riccardo sia felice, ma non vogliamo che queste sue questioni personali siano mischiate ai "Pooh" come complesso. Noi siamo della gente onesta e non vogliamo che la pubblicità possa sfruttare le nostre esperienze ed i casi della nostra vita. Prendi per esempio quando, sempre a Roma, Abbiamo fatto una serata al Piper e su un giornale romano è apparsa in neretto la didascalia che suonava pressapoco così: "Ecco i 'Pooh', il complesso preferito da Patty Pravo con Ricardo Fogli, il cantante maliardo". Capisci, roba da fare a pugni. È successo il finimondo. Siamo stati ad una frazione di secondo dall'adire a vie legali. Perché non si può giocare con l'onestà ed il lavoro sodo dei "Pooh"» [...].
«[...] Per finire, qual è stata la vostra più grande soddisfazione finora che la vostra musica, definita "epidermica" vi ha dato?».
«Il favore del pubblico dopo i nostri concerti, favore che non ci aspettavamo così massiccio; i quindici, diaciamo quindici minuti di applauso continuo a Bari dopo aver eseguito "Nascerò con te" che sono stati come una catarsi per noi ed il fatto che ci dicano "Ma voi suonate meglio dal vivo che nei dischi". Ecco, questo per noi è il massimo».

28 gennaio 1973 - Alba - Numero 3-4 «Il salotto di Ondasonora - Gli ospiti: I POOH», di D. S.

28.01.1973 - Alba - N. 3-4 - Il salotto di Ondasonora - Gli ospiti: I POOH, di D. S.

Un concerto dei Pooh: Roby, Riccardo, Dody, Stefano con l'orchestra sinfonica composta da trentun professori, hanno tenuto cartellone a Bari, Napoli, Roma e Milano, presentando il meglio della loro produzione che ha dominato da due anni a questa parte le classifiche discografiche. Un discorso «musicale», su questo complesso, non si può fare; diciamo soltanto che ha indovinato una formula che sta tra il tenero e l'ossessivo, ma sempre su basi melodiche tradizionali; e che il repertorio risente (salvo qualche eccezione come "Pensiero", "Tanta voglia di lei", "Opera Prima" e "Alessandra") di una monotonia esasperante, senza inventiva. C'è una cosa da dire: che essi riflettono un certo gusto che piace ai giovani come pure ai meno giovani; e che i loro temi musicali tutti d'amore se qualche volta sono accettabili con l'ausilio dell'elettronica spesso il missaggio sonoro amplificato va a detrimento del risultato [...].