Pooh - Notizie e novità del 2021 - Giugno

Tanta voglia di lei: il coraggio di una idea - Terza parte - Sabato 05.06.2021

I Pooh nel 1971

Eccoci giunti alla terza parte dell'articolo dedicato ai cinquant'anni del brano "Tanta voglia di lei", il singolo firmato da Valerio Negrini, Roby Facchinetti ed interpretato da Dodi Battaglia; un brano che fece entrare i Pooh in modo definitivo in prima linea nel panorama musicale italiano. La prima e seconda parte sono disponibili alle pagine "Tanta voglia di lei: il coraggio di una idea", "Tanta voglia di lei: il coraggio di una idea - Seconda parte".
Dopo Facchinetti, il giornalista Franco Zanetti di Rockol.it ha intervistato Giancarlo Lucariello, il primo ed unico produttore dei Pooh che nel 1971 portò il gruppo in senso alla CGD. La chiacchierata si apre con una notizia molto interessante: Lucariello sta scrivendo un libro, nel quale racconterà anche della sua collaborazione con la band bolognese.
Lucariello ha raccontato come ebbe inizio la collaborazione con i Pooh: «Avevo deciso di produrre i Pooh ancora prima che loro lo sapessero [...]. Avevo fatto una esperienza interna alla CGD, vi ero arrivato per varie strade: ho lavorato un po' all'interno, ho avuto un successo pubblicando il disco di Armstrong "We have all the time in the world". A quel punto chiesi alla Sugar di fare il produttore e mi disse: "Con chi?". Io dissi: "Con i Pooh". "Va bene". Era un gentile signore di veramente un'altra epoca». Lucariello si riferisce a Ladislao Sugar, fondatore nel 1932 a Milano dell'omonima etichetta discografica e casa editrice musicale. Poi, continuando: «Li riuscii a rintracciare, li chiamai». Riferendosi a Facchinetti: «Lui e Riccardo erano a mangiare dalla mamma, perché ebbi il numero della mamma. Li chiamai, li convocai se era possibile, gli spiegai che ero all'inizio di una mia carriera, volevo iniziare a produrre loro. Il giorno dopo si sono presentati in ufficio. Gli dissi, con una incoscienza che non ripeterei mai più nella mia vita: "Se voi darete retta a me, diventerete il più grnade gruppo della storia della musica leggera italiana" [...]. Da quello che avevo capito, era un momento di grande crisi perché con la loro "Piccola Katy" avevano fatto un successino. Credo che fossero in una crisi d'identità, economica, perciò non mi fu difficile: sono stato molto convincente, evidentemente ho trovato un terreno... Ma tutto questo lo avevo deciso prima ancora che lo sapessero, perché li vidi in un concerto a Roma».

Giancarlo Lucariello.
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Mi sono sempre sentito, almeno nel mio sogno, nella mia visione, il direttore artistico delle mie idee, il regista del mio progetto. Giancarlo Lucariello

Franco Zanetti: «Sei stato un produttore a 360 gradi: eri direttore artistico, consulente, manager, eri un po' tutte queste cose. Non ti occupavi direttamente solo di organizzare i concerti, che era una cosa di cui si occupava Maurizio Salvadori».
Giancarlo Lucariello: «Che scelsi io: lui attaccava i manifesti ai concerti dei Pooh quando c'era l'altro impresario. La verità è che io mi sono sempre sentito, almeno nel mio sogno, nella mia visione, il direttore artistico delle mie idee, il regista del mio progetto [...]. In tutta la mia carriera ho scelto io, tranne Miguel Bosé che mi scelse. Quando qualcuno me l'ha chiesto di essere produttore, ho sempre rifiutato perché stavo comunque svolgendo un'attività che avevo scelto [...]. Ci sono due parole che non mi piacciono: "manager" e "produttore discografico". Io non mi sento un discografico [...]».
FrancoZanetti: «Le ragioni del successo di "Tanta voglia di lei" sono numerose, ma di base c'è la ricerca di un testo che funzionasse, l'idea di non far cantare Riccardo Fogli ma di far cantare Dodi Battaglia, credo anche gli arrangiamenti di Gianfranco Monaldi».
Giancarlo Lucariello: «Hai centrato tutto [...]. Avevo una cultura molto classica: andavo all'opera con mio padre da bambino, c'è sempre tutto questo senso dell'opera, dell'aria. Quando ho incontrato Roby ho capito che era un grande compositore [...]. Le mie più grandi scoperte sono state Roby Facchinetti e Maurizio Fabrizio: due grandi compositori, perché senza un compositore i manager, i produttori, i registi, i cantanti dove vanno? Se non c'è qualcuno che prende le note perché gli vengono dall'anima, dal cuore e le mette su un pianoforte o su una chitarra... Lì entravo e ho avuto la fortuna di questi due geni che mi hanno seguito con le mie intuizioni, con le mie sensazioni, emozioni, alla ricerca sempre di qualcosa di diverso dalla struttura canzone classica [...]. "Tanta voglia di lei" sembrava la canzone giusta, la musica giusta. Nacque facilmente: Roby aveva già composto. Quando vai dal compositore a sentire quello che ha, c'è uno spunto bella ma il resto è brutto, c'è qualcosa che non ti piace; c'è qualcosa che ti colpisce totalmente, casomai cambi solo la costruzione, non è che devi mettere le mani per forza. Nel caso di Roby è stato tutto molto semplice col primo brano: era quello che volevamo, un'aria bellissima. Fu difficile il testo, molto difficile».
Il discorso si è poi spostato sul Maestro Gianfranco Monaldi, direttore d'orchestra, compositore e arrangiatore. Fu autore di colonne sonore per vari film, oltre ad aver diretto l'orchestra del "Festival di Sanremo". Collaborò con i Pooh fino al 1985, anno nel quale si ritirò, come consulente agli arrangiamenti. «Monaldi fu una scelta mia», ha spiegato Lucariello. «Tieni presente che avevo 22, 23 anni. Mi piaceva Monaldi, lo avevo sentito perché ero stato in studio, mi ero affacciato. Mi piaceva Monaldi e credo che io gli abbia dato l'entusiasmo, la voglia di partecipare, perché lui ha fatto delle cose straordinarie. L'ho fatto sentire uno dei Pooh, uno di noi: il gruppo a quel punto era pieno, perché io ho lavorato con degli uomini, non ho lavorato con i Pooh. Ho lavorato con degli uomini, con degli artisti».

1972 - Giancarlo Lucariello con i Pooh ed il Maestro Gianfranco Monaldi in sala d'incisione durante la registrazione dell'album "Alessandra".
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La notte Valerio scrisse "Nella mia mente tanta voglia di lei". Io ho corretto solamente il titolo. Giancarlo Lucariello

Franco Zanetti ha proseguito rievocando la storia discografica legata ai primi due singoli di successo dei Pooh: «Con i discografici hai avuto uno scontro a settembre di quell'anno, del Settantuno, perché con "Tanta voglia di lei" primo in classifica ti sei imposto per far uscire "Pensiero».
Lucariello ha così spiegato: «La lotta sul testo è stata durissima [...]. I primi piccoli scontri con Valerio sono stati culturali, non c'era altro. Non aveva centrato il testo, aveva fatto delle cose molto... Inoltre c'era stata una intrusione a gamba tesa del direttore artistico, Franco Crepax, che disse: "Perché non proviamo...". Lo abbiamo fatto giustamente, da ragazzini appena contrattualizzati a un fiasco di minestrone... Non sapevamo niente, non abbiamo letto il contratto... Oggi arrivano tutti con gli avvocati. Io i primi nove anni della mia carriera ho solamente goduto di quello che facevo». Poi, tornando a parlare della travagliata stesura del testo di "Tanta voglia di lei": «Crepax: "Perché non tentiamo? Guardi, abbiamo trovato noi dirigenti..." e fecero fare un testo a Daniele Pace. Dissi: "Questo passerà solo se dovrete passare sul mio corpo. Non si può fare. Mi prendo la responsabilità". Feci una forte litigata con Valerio, dissi: "Devi fare il testo, devi entrarci nel testo, è nelle note!". E la notte scrisse "Nella mia mente tanta voglia di lei". Io ho corretto solamente il titolo, "Tanta voglia di lei". Ma non è finita: Crepax voleva farne il retro. Tieni presente che lui era un monumento». Franco Crepax, fratello maggiore di Guido, il creatore del personaggio dei fumetti Valentina, negli anni Sessanta come direttore generale prima alla Dischi Ricordi e poi alla CGD contribuì a lanciare i primi cantautori ed interpreti della canzone italiana. «Ho detto: "No, non si può fare"», ha proseguito Lucariello. «Li sbattono in un "Cantagiro", per fargli fare qualcosa. A metà di agosto è successo di tutto».
Franco Zanetti: «Sono andato a vedere i vecchi numeri del "Radiocorriere", le "Hit Parade" dell'epoca, il primo ingresso è al terzo posto e la settimana poi eravate primi».
Giancarlo Lucariello: «Devi sapere che noi avevamo già fatto i provini per l'album. Tieni presente che avevamo sempre il fiasco di minestrone, a Roma si dice "un panino con la mortadella", finito! Ci avevano dato cinque giorni di studio. Sapevo che "Pensiero" c'era, bastava finirla. Allora abbiamo realizzato subito "Pensiero", mentre eravamo in studio a fare "". Per imporre allora un gruppo e non farlo mischiare insieme agli altri, farlo dimenticare dopo qualche mese, ho pensato bene di dire: "Io voglio uscire subito con il 45 giri!". "Ah ma non si fa! Bisogna sfruttare prima tutto quanto, per poi uscire dopo". Dico: "No! Dobbiamo uscire subito". Ce l'ho fatta, mi sono imposto. Difendevo le mie idee e la voglia di portare i ragazzi alla promessa che gli avevo fatto, non c'era nient'altro. Accettarono alla fine, l'ho avuta vinta con Crepax che disse: "Beh rischiate...". Primo e terzo, terzo e primo e in sei, sette mesi i Pooh erano già lì, con Dodi che cantava al posto di Riccardo, perché Riccardo mi preoccupava».

1971 - I Pooh con Giancarlo Lucariello a Milano.
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Valerio è stato messo da parte ma è rimasto dentro come pilastro: ho una grande stima dell'artista, del compositore di parole. Giancarlo Lucariello

Lucariello ha spiegato come mai decise di affidare a Dodi Battaglia l'interpretazione di "Tanta voglia di lei": «Quando vidi i Pooh a Roma c'era una star lì, che era Riccardo: il più bello, capello lungo, tutte le ragazze... Che succede se ci lascia? Io dal primo disco dissi: "I Pooh per me sono importanti! I Pooh non li avrei mai chiamati così. I Pooh sono il marchio, una cosa importante, Dodi canta". Dodi ha cantato ed a quel punto già era ad un altro livello perché era bravo alla chitarra, cantava, eccetera [...]. Un'altra cosa che mi era piaciuta molto quando li ho sentiti per la prima volta è che cantavano tutti e quattro: fecero "Because" dei Beatles a cappella in un modo meraviglioso. Dissi: "Questi li devo produrre io!", non sapevo ancora cosa significasse, tra parentesi!».
Franco Zanetti: «Un altro intervento che hai fatto su "Pensiero" è quello di far mettere un po' in sottofondo il tema della lettera dal carcere».
Giancarlo Lucariello: «Se tornassi indietro, oggi forse non lo farei in quel modo. In quel momento noi abbiamo avuto successo mentre c'era la guerra atomica nella politica degli anni '70 [...]. Eravamo la stella della positività, per il buono, per l'amore e allora ho avuto molta paura [...]. Sono stato un po' severo, ma forse ho avuto ragione anche lì. Potevamo essere più criticati, chi lo sa?».
Franco Zanetti: «Però è andata bene così, è andata benissimo per parecchi anni. Poi dopo cinque anni le vostre strade si sono, se non allontanante, perlomeno divise, ma tu hai continuato a produrre. Hai prodotto Riccardo Fogli».
Giancarlo Lucariello: «Fogli andò via [...]. Valerio è stato messo da parte ma è rimasto dentro come pilastro: ho una grande stima dell'artista, del compositore di parole. Però era un anarchico. Avevo dato delle grandi regole che sono durate tutta la vita, per questo sono esistiti [...]. Riccardo bussò alla mia porta un giorno del Settantaquattro, Settantacinque. Ci siamo abbracciati ed abbiamo fatto "Mondo", che ha vinto il Festival».

Fine terza parte. Continua nella quarta parte...

Autore - Michaela Sangiorgi