Pooh - Notizie e novità del 2017 - Novembre

Dodi battaglia e l'impegno di dare enfasi al grande passato dei Pooh - Seconda parte - Venerdi' 10.11.2017

Dodi Battaglia

Due giorni fa abbiamo pubblicato la prima parte del resoconto dell'intervista che Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh ed artista a tutto tondo da quando ha esordito anche come paroliere, lo scorso 23 ottobre ha rilasciato in studio a Radio RTR 99, ospite Fabio Martini. Occasione dell'incontro l'uscita del suo primo doppio album live "e la storia continua...".

I Pooh, oltre che artisti, sono sempre stati una potente e precisa macchina organizzativa, in grado di gestirsi da soli in ogni aspetto del loro ambito lavorativo. A Milano erano celeberrimi i loro uffici, un vero e proprio quartier generale dotato di magazzini e sala d'incisione. La domanda spontanea che molti fan si sono posti a partire da quest'anno è: qual è il destino degli uffici dei Pooh?
Dodi ha spiegato: «Abbiamo mantenuto un piccolo spazio che cura i diritti che stiamo ancora ricevendo in conseguenza del nostro lavoro. Abbiamo ancora una segretaria che cura questo tipo di cose. Ogni volta che vado lì dentro metto il piede in anni di lavoro, di entusiasmi, di discussioni, di sperimentazioni e sì, lì un po' di amarezza devo riconoscere che mi viene. Non sono un nostalgico, sono un positivo che vuole sempre guardare avanti nelle cose però ecco, quel luogo che noi abbiamo chiamato "il posto felice" [...] ha cambiato connotazione».

La vita è fatta di prendere coscienza di quello che è accaduto, di raccogliere le forze e di andare avanti per le nuove avventure, per le nuove sfide. Dodi

Martini ha domandato a Dodi quanto sia stato difficile decidere di comunicare al proprio pubblico la decisione di portare al traguardo la lunga storia dei Pooh.
Battaglia: «La vita è fatta di prendere coscienza di quello che è accaduto, di raccogliere le forze e di andare avanti per le nuove avventure, per le nuove sfide. Per cui, alla luce di questo, mi sono detto, come spesso mi è accaduto di dire nel corso della vita quando alcuni amici si sono persi di vista [...], magari c'è un risvolto positivo in questo. Un risvolto positivo che a oggi posso dire, per esempio, [...] molti vedendomi fare i concerti che ho fatto questa estate che sono stati più di cinquanta e altrettanti li farò l'estate prossima perché è stato talmente devastante, così bello, beh molti dicono: "La prima dimostrazione che Dodi Battaglia sta in piedi da solo". Loro lo dicono ma anch'io non è che lo sapevo, non è che lo avevo ancora constatato. E poi l'altra cosa positiva è che l'applauso di diecimila persone insieme ad altri tre o cinque colleghi è una cosa; l'applauso di diecimila persone da solo è un'altra. Per cui ci sono degli aspetti positivi e negativi in tutte le cose. Sicuramente non è stata una delle scelte che mi hanno fatto gridare di gioia».

Non conosco alternative, non c'è una cosa su questo pianeta che mi potrebbe dare altrettanta gratificazione quanto lo è stata la musica fino adesso. Dodi

Poi, rispondendo all'osservazione di Martini sul fatto che Dodi non ha mai avuto dubbi sul fatto che il suo posto sia sul placo, il chitarrista ha spiegato: «Io ho cominciato a fare musica che avevo cinque anni, per cui la mia passione è assolutamente viscerale nei confronti di questa cosa con la quale ho convissuto tutta la mia vita e voglio continuare a viverla, per cui ho amato la musica prima dei Pooh, l'ho condivisa con i Pooh per quasi cinquant'anni con risultati fantastici. Però voglio continuare ad amarla, continuare a condividerla con il pubblico per il resto dei miei giorni e voglio prendere a prestito una frase che ha detto il grande Pino Daniele: il vero musicista fa musica finché campa. E questo è vero, anche perché io non conosco alternative, non c'è una cosa su questo pianeta che mi potrebbe dare altrettanta gratificazione quanto lo è stata la musica fino adesso, per cui sono dispiaciuto che i Pooh abbiano finito la loro storia, ma io non ho alternative, per cui porterò avanti la mia maniera di suonare insieme a quello che ho fatto io nei miei dischi solisti, nei miei dischi con i Pooh e qualsiasi cosa mi venga in mente di fare».

Io credo che la nostra vita di singoli non possa prescindere da quello che siamo stati, è naturale che sia così. Dodi

Martini ha fatto notare come l'idea di incidere il live sia nata all'improvviso, senza essere pianificata a priori e che la scaletta contiene molte canzoni dei Pooh.
Dodi si è così espresso: «Molte le ho scritte anche io, o le ho cantate io. Ho saputo che nel prossimo disco di Riccardo e di Roby ci saranno alcuni brani dei Pooh già riarrangiati. Io credo che la nostra vita di singoli non possa prescindere da quello che siamo stati, è naturale che sia così. Quando sono partito per questo tour la mia convinzione era quella di continuare a fare il mio mestiere, perché salire su un palco è la gratificazione più bella per noi che facciamo i musicisti. E' stato un disco non pensato, un disco sgorgato naturalmente che è stato deciso di conseguenza dal grande successo che ha avuto questo tour, che doveva essere di trenta concerti e sono diventati cinquanta. Per cui quando a metà agosto io, il mio manager e il mio staff ci siamo resi conto che questa cosa stava diventando una cosa importante, che le diecimila persone che venivano a vedere mediamente lo spettacolo per cinquanta concerti diventano cinquecentomila persone, allora abbiamo detto: allora è una cosa da fissare su un CD e un DVD. La verità è che il 4 di agosto in un concerto che io ho fatto a Riva del Garda ho avuto un incontro con un discografico [...] e abbiamo deciso di farlo di lì a poco più di un mese. Per cui a Lanciano c'era una piazza bella dove il Comune sarebbe stato d'accordo ad ospitarci, ci ha coadiuvati in questo, per cui il 15 di settembre abbiamo registrato in un'unica soluzione questo concerto. Non è e ci tengo a dirlo uni di quei live che sono fatti in due, tre concerti magari nello stesso ambiente o anche in ambienti diversi, per cui senti che le cose cambiano: cambia il pubblico, cambia l'umore del musicista. Questo è veramente un live registrato in una serata [...]. Ultimamente siamo pieni di dischi live che hanno ben poco del live perché sono frutto appunto di diverse serate, di rifacimenti, del meglio di, come mesi poi di sala d'incisione per riaggiustare delle cose che magari dal vivo non sono perfette. Questo disco invece è stato registrato in un'unica soluzione e ha la caratteristica di non avere un ambiente come potrebbe essere San Siro o l'Olimpico così ampio che ti permette di avere un ambiente esterno tale e tanto che se fai una correzione su quello che è il registrato, fuori le due cose non vanno in discrepanza. Se io faccio una cosa diversa su questo disco nel registrato che non va d'accordo con quello che è l'ambiente, tu lo senti».
Poi, parlando di come il modo di fare musica sia evoluto, Dodi ha raccontato: «Io sono figlio di una generazione di musicisti, insieme ai miei colleghi e amici, coi quali si entrava in sala di incisione, oggi è impensabile, si facevano i dischi con un registratore a quattro piste: per cui si faceva basso, batteria e chitarra ritmica in una pista. Quando si incidevano questi brani tu dovevi essere assolutamente bravo, pronto a registrare benissimo perché altrimenti, se tu sbagliavi e gli altri due no... [...]. Oggi la musica è fatta di computer che vanno avanti, che sistemano le cose, è sempre un rimandare le cose, per cui si è persa quella espressività, quella naturalezza che c'è nei suoni, nell'esecuzione e credo invece che questo disco li riporti tutti all'emozione originale».

Andrò a rispolverare i brani che i Pooh non sono mai riusciti a fare perché, essendo un'audience così grande, eravamo costretti a fare delle scelte di brani più popolari. Dodi

Martini ha osservato come, quello del 31 dicembre 2016, il giorno dopo l'ultimo concerto dei Pooh, sia stato un vero e proprio risveglio, in tanti sensi.
Dodi: «Un brutto risveglio, il giorno dopo è stato un brutto risveglio. Io il giorno dopo mi sono svegliato con il colpo della strega, che non mi era mai successo in vita mia e ho scoperto [...] che il colpo della strega che noi conosciamo ha dei risvolti psicosomatici: [...] una persona che ha un trauma importante nella sua vita spesso gli prende il colpo della strega. Io sono stato dieci giorni a letto, non riuscivo neanche ad accavallare le gambe». Poi, riferendosi ai progetti del 2018, ha spiegato: «Farò un tour nei teatri nell'inverno del 2018, quello che io ho voluto momentaneamente chiamare "Perle" ed è il tour in cui andrò a rispolverare i brani che i Pooh, per una scelta di audience grandissimo, non sono mai riusciti a fare perché, essendo un'audience così grande, eravamo costretti a fare delle scelte di brani più popolari. Il gruppo che mi accompagnerà sarà credo molto presumibilmente quello che mi ha accompagnato durante questo tour».
L'artista ha poi parlato del tipo di pubblico incontrato la scorsa estate: «Una delle più grandi gratificazioni di quest'anno è il fatto di vedere delle nuove generazioni di diciassettenni, di ventenni, spesso anche di figli di sette, otto anni sotto il palcoscenico e che cantano le mie canzoni e sanno perfettamente i testi [...]. Il 1° di giugno del 2018 in occasione del mio compleanno saranno cinquant'anni da quando Roby Facchinetti e Valerio Negrini mi chiesero di venire a far parte del gruppo dei Pooh, cosa che accadde poi a settembre del 1968. Allora io ho deciso di festeggiare questo cinquantennale facendo un grande concerto in Piazza Maggiore, sono andato dagli amministratori di Bologna: sarebbe bello che Bologna, la città dei musicisti, regalasse una sera a un suo figlio che organizza questa serata con alcuni amici che fanno il mio mestiere, alcuni amici musicisti, alcuni amici coi quali ho collaborato, o coi quali ho soltanto un rapporto di amicizia e mi hanno detto appunto di sì. Il 1° di giugno è un venerdì, il 2 di giugno come sappiamo è festa nazionale per cui non ci sono scuse, l'ingresso sarà assolutamente gratuito. Sto vedendo tramite un'organizzazione di dare a tutti e questa è una cosa alla quale tengo in maniera particolare, dare a tutti coloro che vorranno intervenire la possibilità di avere la possibilità di avere la certezza di riuscire a entrare a Piazza Maggiore [...]. C'è della gente che ad esempio vuole venire dalla Germania, dalla Svizzera, dalla Sicilia, dalla Calabria, gente che ho contattato durante i miei concerti questa estate, vogliono avere la certezza poi di arrivare a Bologna, prenotare un albergo, un ristorante e di avere la certezza di venire a vedere questo concerto. Per cui sto cercando un sistema per cui uno abbia la possibilità di avere un attestato in mano, un biglietto, una fascetta, qualsiasi cosa che ti diano l'ingresso, perché nemmeno io so se saranno cinque, cinquemila, cinquantamila, non ho idea [...]. Per quanto riguarda il repertorio, dovrebbe essere in linea di massima il repertorio che io porto in giro questa estate. Chiederò agli amici musicisti di ascoltare questo disco e di scegliersi un brano nel quale vogliono duettare insieme a me. Per cui non andrei a fare delle ricerche particolari. A meno che non ci siano delle sorprese di qualche artista [...]».

Ma che storia fantastica che hanno fatto i Pooh! Dodi

Dodi ha espresso la sua ferma determinazione a non interrompere l'attività live: «Il tour estivo è finito, ma col mio manager e insieme ai miei musicisti abbiamo deciso che il musicista deve vivere di palcoscenico, di concerti, deve rimanere con l'attività delle mani, della voce sempre viva, per cui ho deciso [...] tre, quattro volte al mese di ritrovarsi insieme a fare un concerto perché questo ti permette di rimanere in allenamento [...]. Abbiamo scelto di farli non in un palazzo dello sport, non in un teatro, ma in quelli che sono diventati ultimamente i posti idonei dove si fa musica, i posti pensati per fare musica dove c'è un bellissimo palcoscenico, dove la gente è vicina, dove avverti il contatto con la gente, di non più di mille cinquecento, duemila persone, perché altrimenti diventa un palazzo dello sport e questo è quello che faremo da adesso fino praticamente quasi all'estate».
Battaglia ha spiegato il significato del titolo del doppio live uscito il 20 ottobre e del DVD nei negozi a partire dal 17 novembre: «Il titolo di questo mio ultimo lavoro, che appunto è "e la storia continua...", credo che sia un bel messaggio: un bel messaggio per me e un bel messaggio per chi lo legge, cioè il fatto di dare una continuità a quello che è accaduto negli scorsi cinquant'anni. Ben lungi da me il portare avanti da solo quella che è stata una storia fantastica fatta con i miei amici. Ma credo in ogni caso di aver fatto del bene ogni sera a quello che è stata una storia importantissima e irripetibile, fantastica e credo che chi è uscito dai miei concerti non aveva soltanto sulle labbra delle parole di commento per quanto io fossi stato più o meno bravo, ma credo che sia uscito da questi concerti dicendo: "Ma che storia fantastica che hanno fatto i Pooh!". Questo era un po' l'obiettivo che mi ero posto all'inizio di questo tour e credo di aver raggiunto questo tipo di obiettivo perché credo di aver esaltato in un certo senso quello che noi abbiamo fatto nel corso degli anni». Poi, riferendosi al video: «Vorrei [...] ringraziare le persone che hanno collaborato [...] perché è veramente fantastico. In maniera particolare chi ha curato il montaggio, lo ha fatto in una maniera così energica, così giovane, così piena di immagini diverse ogni istante che passava, tale e tanto che ti dà un senso di energia veramente molto importante e mi sono riscoperto ancora più energico rispetto a quello che mi diceva la gente che veniva a vedere i concerti [...]. Ogni brano che io eseguo durante i miei concerti è un colpo di emozionalità assolutamente profondo perché, poi come spesso mi accade ultimamente ogni volta che eseguo dei brani che riportano la mia mente a dei periodi, io sono immerso in quella sala d'incisione, in quella compagnia, in quella maniera di vita, in quella città dove vivevo, nei locali che si frequentavano a quei tempi per cui credo che sia anche un po' questa la dimensione per cui la musica è così importante: perché per ognuno di noi, quando sentiamo una canzone, siamo automaticamente proiettati in quello che sono state le emozioni di quel periodo».

Io non sono l'unico musicista che ha ricevuto una laurea honoris causa ma ce n'è un altro che non è uno strumentista come me, ma è un autore e questo signore si chiama Ennio Morricone. Dodi

Lo scorso 24 luglio Dodi ha conseguito il diploma accademico honoris causa di secondo livello in "Chitarra elettrica jazz" presso il Conservatorio "Egidio R. Duni" di Matera. Ne ha parlato in questi termini: «Questa laurea mi ha colto un pochino impreparato. Non nego che ho frequentato molto la Puglia negli ultimi due, tre anni perché facevo spesso dei seminari lì, avevo già raccolto questa immagine dell'insegnante tale e tanto che è nato l'interesse nei miei confronti da parte del Conservatorio di Matera, un Conservatorio molto bello che ha tre sedi [...]. Qualcuno del Concervatorio ha pensato di darmi questa onorificenza, questo riconoscimento, questa cosa molto bella che è appunto una laurea in chitarra elettrica jazz al secondo livello. Quando mi hanno chiesto un curriculum per portare avanti la candidatura per l'honoris causa, ho dato questa roba ma non ci credevo fino in fondo [...]. La cosa invece è andata avanti ed è accaduto che io sono diventato maestro in questa serata molto bella, molto gratificante, molto emozionante che ho passato a Matera all'interno di questo Conservatorio dove un Consiglio Accademico mi ha insignito di questa cosa, dove io ho tenuto una lectio magistralis [.]. E' stato veramente emozionante perché ognuno dei componenti di questa assemblea che mi ha dato questo riconoscimento ha voluto dedicarmi un commento, compreso il giornalista che ha condotto questo incontro che si chiama Federico Vacalebre [...] e hanno avuto per me delle parole esaltanti [...]. Ero commosso fino alle lacrime [...]. Ho saputo che io sono l'unico musicista che ha avuto una larea honoris causa perché i conservatori non danno lauree honoris causa. Vengono date esclusivamente dalle università: tu sei bravo in comunicazione, l'università ti dà una laurea in comunicazione, come è accaduto per Lucio Dalla, per Vasco Rossi [...]. Io non sono l'unico musicista che ha ricevuto una laurea honoris causa ma ce n'è un altro che non è uno strumentista come me, ma è un autore e questo signore si chiama Ennio Morricone [...]. Dopo questa cosa chi si iscrive a un concervatorio credo che possa nutrire al suo interno la proiezione che un domani potrà salire su un palcoscenico esattamente come Dodi Battaglia, perché mediamente il mondo dei Conservatori e il mondo della musica, quella che sentiamo in radio, in  televisione, mediamente sono sempre abbastanza "staccati", fanno una vita abbastanza separata. Mentre in questo caso credo di avere contribuito all'unione di questi due mondi e credo che chi si iscrive e studia cinque, dieci anni di conservatorio può avere la proiezione di salire su un palcoscenico esattamente come me».

Mi piacerebbe in questo tour, trattandosi del teatro, di suonare alcuni brani al pianoforte, perché chi mi conosce bene sa che io ho scritto molto al pianoforte. Dodi

Martini ha chiesto quale sia l'iter da seguire per preparare uin progetto teatrale importante come "Perle". Dodi ha spiegato: «Un grande rispetto [...]. Alcuni di questi brani che possono essere "Vienna", "Dialoghi", "Una donna normale", "Classe '58", "Tra la stazione e le stelle", "Air India", "Orient Express" sono di una bellezza... fantastiche. Devo dire con grande rispetto perché, prima di mettere le mani a delle cose così belle, così emozionanti, che hanno degli equilibri veramente irripetibili, bisogna andarci veramente con i piedi di piombo. Credo che sarà una grandissima emozione il fatto di sentire questi brani dal vivo, dopo tanti anni, ripresi con i suoni delle chitarre che ci sono oggi (non sono più le chitarre degli anni '60, '70) e condivisi con nuovi musicisti che ne daranno un'altra visione, con me alla regia di questa cosa e in un clima che è il teatro che ti permette appunto di assaporare quelli che sono i sapori che sono all'interno di questi brani. Sono veramente molto emozionato, molto rispettoso e credo che sarà un lavoro lungo, veramente lungo perché voglio rispettare pedissequamente quelli che sono gli equilibri che noi abbiamo fissato insieme ai miei amici e colleghi Pooh nel corso degli anni. Ma delle volte il musicista si sa che ha anche voglia di metterci le mani, ma dal momento che ci metterò le mani voglio essere il più possibile rispettoso di quella che è la vera essenza.
Il primo step è fare una scaletta. Il secondo step è andare a riascoltare questi pezzi originali ed è uno step che ho già fatto con grande emozione, riscoprendo delle cose, delle sonorità fantastiche. Il terzo step che sto già valutando... per esempio [...] mi piacerebbe in questo tour, trattandosi del teatro, di suonare alcuni brani al pianoforte, perché chi mi conosce bene sa che io ho scritto molto al pianoforte: "Lei e lei", "Vienna", "Ci penserò domani", "L'altra donna", "Vale" stesso nonostante sia un pezzo chitarristico è stato scritto al pianoforte, per cui vorrei avere questa chiave di lettura. Poi mi piacerebbe suonare qualcosa con la fisarmonica, che è anche il mio strumento. Mi piacerebbe portare sul palcoscenico tutte le chitarre che io ho avuto nel corso di questi anni e non sono poche, ci vuole un furgoncino solo per quelle, perché ognuna deve rappresentare un momento, deve rappresentare una sonorità diversa. Non deve essere una roba storica, ma deve dare enfasi a quello che è stato un grande passato e che ne aumenta la preziosità, ecco perché il titolo di "Perle": queste sono perle che vanno riscoperte da un cassetto, tirate fuori, lucidate a nuovo, devono risplendere più di prima».
Alla domanda su quale dei brani che ha riascoltato lo abbia emozionato, Battaglia ha risposto: «Più di uno. In maniera particolare i testi. Ad esempio anche una canzone fra virgolette spensierata come "Dialoghi" in realtà ha un testo di una profondità immensa. Per esempio "Una donna normale" è fantastica. Molti brani relativi ai viaggi tipo "Vienna" come dicevamo prima, "Orient Express"... Quei ritratti molto precisi che Valerio faceva del soldato di "Classe '58", mi viene in mente "Gitano": anche quello lì è un ritratto di quello che stava accadendo, di queste migrazioni di questi popoli [...]. "Una donna normale" devo dire che mi prende molto».

"Perle" si preannuncia un lavoro importante, uno spettacolo che saprà trasportare il pubblico indietro nel tempo, ripercorrendo la storia di un gruppo che ha segnato la storia della musica italiana per ben cinquant'anni.

Autore - Michaela Sangiorgi