Pooh - Notizie e novità del 2018 - Novembre

Con Red Canzian ad IMAGinACTION la bellezza di un sogno e l'amore per la musica - Giovedì 29.11.2018

Red Canzian - Foto di Alessandro Carlozzo

Lo scorso ottobre, nelle giornate dal 12 al 14, si è tenuto al Teatro Bonci di Cesena "IMAGinACTION", il festival internazionale del videoclip musicale. Tra i tanti ospiti in programma, Red Canzian ha partecipato nel giorno d'apertura, venerdì 12 ottobre, offrendo al pubblico presente in teatro alle 16:30 il racconto della propria carriera artistica ed alcune performance live.
Il giornalista Paolo Giordano ha intervistato il compositore ed interprete trevigiano, per lungo tempo bassista dei Pooh. «E' uno dei pochi musicisti che non ti delude se lo conosci», ha esordito Giordano. «Molto spesso succede che uno ascolta un disco, anche un film e la persona che suona, che canta o che scrive il testo ti dà l'idea di essere in un certo modo. Poi la vedi ed è un'altra cosa: c'è il mito di non prendere il caffé con i propri idoli, perché se lo prendi poi ti delude. Red Canzian è uno che non ti delude mai, per cui sono orgoglioso ed emozionato di averlo qua con noi!».

Fatto il suo ingresso sul palco, Red ha cominciato a raccontare della sua attività musicale antecedente l'ingresso nei Pooh, avvenuto nel 1973: «La storia è iniziata anni prima. Tutti voi sapete del mio ingresso nei Pooh e da lì in poi è la storia che si conosce, ma prima avevo fatto delle cose con la mia prima band: avevamo fatto una sigla televisiva, avevamo fatto un album di musica prog. Eravamo i Capsicum Red: avevamo inciso la 13ma sonata patetica di Beethoven fatta prog. Ma prima, prima ancora di cose ne sono successe perché c'è stato un tempo in cui io non sapevo ancora suonare la chitarra, ma mi piaceva molto la musica e volevo cantare e quindi mi sono iscritto a tutti i festival della zona del Veneto e ne ho vinto uno molto importante».
Canzian si riferiva a "Lo Stroppolo d'Oro", festival canoro presentato al tempo da Pippo Baudo. Presentato Phil Mer, presente in veste di pianista, Red ha offerto l'interpretazione del brano con cui vinse la manifestazione, "Yesterday" dei Beatles. Al termine dell'esecuzione ha aggiunto: «Ho la fortuna di averlo conosciuto, Paul McCartney. Ho fatto un video contro il maltrattamento degli animali per la PeTA americana [...], ai quali era stato suggeirito il mio nome per l'Italia come testimonial in quanto personaggio conosciuto, ma non gli avevan detto che anch'io sono bassista e hanno riso molto a vedere due che suonano il basso in due band molto importanti entrambi legati alla cosa. E' stato molto carino».

Red Canzian e Paul McCartney. Clicca per ingrandire.

Tornato a raccontare del festival, ha spiegato: «Ho capito due cose su quel palco quella sera: primo, che da qual palco non sarei mai sceso, mi piaceva molto quello che stavo facendo. Secondo, che con quel look non sarei andato da nessuna parte», riferendosi all'aspetto serioso con smoking e occhiali.
«Dove trovavi il look da cantante?», ha proseguito Red. «Sono andato in un mercatino e ho trovato delle cose che secondo me erano cose vecchie, era un mercatino dell'usato, ho trovato un cappello da donna bellissimo [...], nero a larghe falde [...]. Il problema erano i monili, perché dove li trovi a Treviso nel '65? Sono andato in un ferramenta dietro Piazza dei Signori, dove vendevano questa roba». Alle spalle dell'artista è stata proiettata una foto che ha svelato subito il mistero su quale tipo di oggetto si stesse riferendo: le catenelle per lo sciacquone del water.
Red ha proseguito a raccontare come venne "assemblato" il suo look: «I Beatles si sono inventati gli sitvaletti. Sono andato al mercato ed ho comprato un paio di polacchini, quelli marroni. Al mio calzolaio ho detto: "Fammeli neri". Lui me li ha fatti neri e andavano meglio. Io: "Adesso metti il tacco alto". Lui: "Ma non sei una donna, sei un uomo!". Io: "Voglio il tacco di 5 centimetri!" [...]. Questo per dirvi quanta fatica prima di arrivare ai Pooh ed al successo io ho fatto per inventarmi un look!».

La mia vita ha tutta un'aria da favola se ci penso, ma perché io la interpreto come una favola. Ogni mattino io ci metto del mio perché assomigli a una favola. Red Canzian

Giordano, riferendosi all'album del 1972 "Appunti per un'idea fissa": «Hai fatto questo disco prog importante nella storia della musica, una cosa di culto attualmente e poi un giorno ti sei ritrovato a Roncobilaccio, nel '73 se non sbaglio, a fare un provino per entrare nei Pooh e non c'è un basso e tu non sapevi suonare il basso».
Red: «Non avevo mai suonato il basso! [...] La mia vita ha tutta un'aria da favola se ci penso, ma perché io la interpreto come una favola. Ogni mattino io ci metto del mio perché assomigli a una favola». Red ha proseguito così il racconto: «Mi chiama, come ha chiamato gli altri cento prima di me [...], l'impresario che avevano i Pooh: era toscano, bravissima persona, Ivo Saggini. Lui mi fa: "S'è saputo che sei bellino. S'è saputo che canti benino. S'è saputo che suoni benino". "Le vole dire questo singor Saggini: io suono, ma suono la chitarra". E lui mi fa: "Non sarà mica un problema! Una corda in più, una corda in meno... si tagliano!". E' stato tutto quanto abbastanza casuale».

Riferendosi alla tournée che i Pooh tennero negli Stati Uniti nel 1973, Giordano ha osservato: «Tu hai iniziato a suonare il repertorio dei Pooh in America».
Red: «Mi portavo dietro un lettore di cassette per ripassarmele: ho avuto dieci giorni per fare tutto».
Giordano: «Qual è la canzone dei Pooh, l'ultima che hanno fatto prima che arrivassi tu?».
Red: «Loro avevano fatto "Piccola Katy" e altre cose interessanti dell'inizio come "Brennero 66". Avevano fatto due grandi successi che erano "Tanta voglia di lei" e "Pensiero". Ma come terza canzone ne avevano fatto una che io amo moltissimo tutt'oggi: era bellissima ed ha una scrittura che ha un'alta nobiltà, delicata, bella ed è la canzone spartiacque, proprio l'ultima che hanno fatto prima che io arrivassi. Era questa».
Red ha così offerto l'interpretazione live di "Noi due nel mondo e nell'anima", lato A del 45 giri pubblicato nel 1972.

1973 - I Pooh a Central Park, New York. Clicca per ingrandire.

Quando hai vent'anni non pensi al denaro, al successo: pensi a quello, pensi alla musica. Red Canzian

Al termine del brano Paolo Giordano ha osservato: «Quando sei entrato nei Pooh hai fatto qualcosa subito, hai lasciato il segno».
Red: «Sono arrivato con l'album più importante della carriera, "Parsifal" e mi ha fatto trovare a casa, perché entravo in una band molto pop e l'unica mia paura era che fosse così il mio futuro, perché venivo da quell'altra musica», riferendosi al progressive. Canzian ha così proseguito: «Quando hai vent'anni non pensi al denaro, al successo: pensi a quello, pensi alla musica. Tu hai studiato Jimi Hendrix, i King Crimson, Robert Fripp, tutto quel mondo lì e non puoi pensare di fare solo del pop. E invece è stato magnifico: sono entrato e Roby ha scritto un capolavoro che è "Parsifal", è una suite musicale che deve entrare secondo me nella storia della musica perché è veramente un capolavoro».
Nel maxischermo è stato proiettato un estratto del brano "Parsifal" dallo speciale RAI "Un po' del nostro tempo migliore" del 1975, girato da Carlo Tuzii su ceneggiatura di Carla Vistarini.
Red, commentando le immagini: «Il prog è una musica che ti fa sentire un eroe [...], per cui ti viene da metterti un mantello [...] e lo strumento che hai al collo si trasforma in una spada, in una alabarda ed era bellissimo. Con quel mantello lì ne ho passate di tutti i colori. Sono entrato un pomeriggio in un teatro, c'era poca gente, però uno aveva guadagnato la galleria, eravamo a Termini. Noi siamo entrati in mezzo al ghiaccio secco, io con quest'aria devo dire molto elegante: capello lungo e mantello, meraviglioso. Uno da su mi ha fatto: "A dracula er vampiro!"».
Giordano ha osservato: «Facevate due concerti al giorno».
Red: «Pomeriggio e sera. Il nostro manager di allora era Maurizio Salvadori: adesso è uno dei più grandi manager italiani, è "nato" con noi. Veniva dall'organizzazione delle feste studentesche: lui si era messo in testa giustamente di portarci fuori dalle balere e di portarci nei teatri. Solo che la gente in teatro, soprattutto da Firenze in giù [...] non venivano, non sapevano che si poteva suonare in teatro. Ci sono voluti due anni a spiegarlo e facendo due concerti al giorno veramente con venti, trenta persone in sala. Come abbiamo cominciato a riempire i teatri, siamo passati ai palasport. Però è stata una bella scuola. Questo video che avete visto è il primo film musicale girato dal vivo da una band in Italia. Era molto lungo, lo abbiamo girato a Sperlonga, è una località vicino a Gaeta, tra Roma e Napoli. Vivevamo a casa si Carlo Tuzii, il regista che ha fatto il filmato e lì siamo nella spiaggia di Sperlonga ad aspettare l'alba. Infatti, quando dice "Chiaro è il mattino" all'inizio, in lontananza si vedono le luci dell'alba che si sta alzando sulla spiaggia. Un freddo! Perché, per aspettare l'alba, si può andare anche alle 3:30 del mattino, alle 4:00, non alle 8:00 di sera come abbiamo fatto noi [...]. Ci sono delle scene in cui abbiamo le coperte sopra i mantelli [...]. Abbiamo girato mezz'ora di roba restando tutta la notte all'addiaccio. E lì abbiamo fatto questo video dove andavamo per le strade, stavamo in casa (uno si fa la barba, l'altro cucina, l'altro che sta al pianoforte, l'altro che risponde al telefono), siamo caduti con le biciclette, ero col violoncello in spalla... cioè succede di tutto in quel video lì, un po' sulla falsa riga di quanto avevano fatto i Beatles».

A me piaceva essere indipendente dalla discografia ufficiale, da tutti quelli che potevano in qualche maniera determinare il nostro successo o il nostro non successo. Red Canzian

Paolo Giordano: «Tu all'interno dei Pooh sei stato non soltanto compositore o voce o bassista. Hai fatto tante cose, non soltanto sul palco e in studio di incisione, ma hai contribuito a creare lo show».
Red Canzian: «A me è sempre piaciuto disegnare, non a caso sono diventato geometra e allora io e Stefano disegnavamo i palchi, disegnavamo le scenografie, poi mi sono sempre occupato della parte grafica delle copertine dei dischi dei Pooh da quando sono entrato. Ho sempre avuto sale di incisione mie: Castello di Carimate dall'83 l'avevo preso io, poi ho comperato gli studi di Caterina Caselli a Milano. Dall'83 tutti i dischi sono stati fatti nel mio studio e quindi avevamo creato un suono, una banca dati dei Pooh ben precisa insieme a Renato Cantele che è stato l'ingegnere del suono più straordinario che ci sia mai stato nel nostro Paese e che ci ha seguito sempre, fino all'ultimo live a Bologna. A me piaceva essere indipendente dalla discografia ufficiale, da tutti quelli che potevano in qualche maniera determinare il nostro successo o il nostro non successo. L'unica maniera per essere responsabili era fartele da solo le cose, per cui ognuno di noi aveva dei compiti e io mi occupavo di questo».

Giordano ha osservato come i Pooh siano stati una band apripista in molti ambiti, sia per quanto riguarda la qualità sonora ma anche video, con il primo videoclip in HD realizzato nel 1990 per il brano "Uomini soli".
Red ha spiegato: «Noi siamo sempre stati curiosi. In realtà il motivo del nostro successo è stata la grande curiosità quasi infantile che avevamo per il nuovo, per lo sconosciuto. Per cui andavamo in America a vedere il Laserium dove facevano gli spettacoli con i laser, siamo rientrati in Italia e siamo andati a comprarci il laser che costava un botto: compravi tre appartamenti coi soldi di un laser, però siamo stati i primi ad averlo. Poi il primo CD e poi il primo Laser Disc, poi siamo stati i primi a fare nel '96 con "Amici x sempre" un CD-Rom interattivo, dove c'era la musica, vedevi tutto quanto quello che succedeva, tutte le riprese in 3D. Io non la imputo a un fatto di bravura nostra, ma a un fatto di grande curiosità. Però sei curioso quando ami il tuo mestiere».
Al termine della proiezione di un estratto dal videoclip del brano "Chi fermerà la musica" del 1981, Red ha raccontato: «Ci siamo divertiti molto in questo video: io ero alla batteria, Roby al basso... Ci divertivamo, ci divertivamo molto anche a stupirci oltre che a stupire, per cui venivano tutte bene le cose. In un giorno facevi tutto perché era tutto così facile... Un altro motivo del successo dei Pooh, oltre alla curiosità, è stato che tutti e quattro abbiamo creduto allo stesso sogno, nessuno di noi ha lavorato per un altro sogno in quei quarantaquattro anni di questa produzione, che è poi la formazione che ha fatto la storia dei Pooh. Eravamo tutti convinti della bellezza di questo sogno e quindi le cose andavano per forza così».

Red Canzian - Foto Tina Rossi. Clicca per ingrandire.

La nostra forza è stata anche quella di non essere mai stati troppo critici davanti alla gente. Red Canzian

Dopo la proiezione del videoclip in HD del brano "Uomini soli", vincitore del Festival di Sanremo nell'edizione del 1990, Red ha spiegato: «La nostra forza è stata anche quella di non essere mai stati troppo critici davanti alla gente [...]. Per la gente eravamo sempre quelli comunque positivi nel raccontare quello che avevamo fatto [...]».
Giordano: «Dopo Sanremo ci sono state negli anni tante altre cose. Ci sono momenti di video che ti ricordi cui sono legati racconti particolari?».
Red: « [...] "Stella del Sud" l'abbiamo girato in un treno che girava dentro alle piantagioni di canna da zucchero, alle Hawaii. C'era una ragazzina di colore di una bellezza incredibile... l'avevamo dedicata a lei, era proprio lei la "Stella del Sud"».
Al termine della proiezione di un estratto del videoclip, Canzian ha ripreso a raccontare, riferendosi all'album "Aloha": «Questo disco lo abbiano inciso a Lahaina, una cittadina nell'isola di Maui e lo studio era quello di George Benson».
Giordano: «Non solo il posto è fantastico [...], ma pure nello studio di uno dei più grossi musicisti!».
Red: «La cosa fantastica è che si ruppe l'amplificatore di Dodi ed io chiamai George Benson: mandò da Los Angeles un amplificatore uguale a quello, perché dovevamo finire il disco [...]. L'anno prima eravamo a Montserrat, un'isola che purtroppo è stata distrutta dal terremoto e vivevamo a casa di George Martin, perché lo studio era suo».
Giordano: «Produttore dei Beatles».
Red: «[...] Vivevamo a Ovestone House, la casa di George Martin e c'erano due studi attaccati: c'eravamo noi e c'era Sting che stava preparando "The Dream of the Blue Turtles", il suo primo album. Siamo stati un mese insieme».

Ma i Pooh hanno un linguaggio, una maniera, un modo di raccontare la loro storia che era troppo identificabile con quel modo di raccontare e non saremmo stati più noi. Red Canzian

PaoloGiordano ha posto una domanda che molti fan del gruppo di origine bolognese si fanno da tempo: «Perché la stampa ha avuto nei confronti dei Pooh una sorta di pregiudizio, di sufficienza, nonostante altri musicisti facessero cose molto meno importanti, molto più piccole? Avete mai patito questo?».
Red: «Non abbiamo sofferto tanto, ma l'abbiamo patita. Noi eravamo troppo di successo, troppo carini». Poi, ironizzando: «Ci lavavamo i capelli. Non eravamo impegnati politicamente, ci vedevano un prodotto troppo perfetto, troppo funzionale, troppo di successo per poter essere anche apprezzato dalla critica. Li abbiamo presi sulla stanchezza questi: siamo durati talmente tanto tempo che alla fine si sono convinti che eravamo anche forti. Ma è stata dura!».
Red ha così spiegato come mai nel 2016 i Pooh hanno dato l'addio al loro pubblico: «La nostra è stata una scelta. Noi abbiamo fatto tutto quello che volevamo fare, poi che finalmente la gente smettesse di dire: "Perché non continuate?". Perché ci sono dei motivi precisi che vanno al di là del rapporto umano. Stefano nel 2009 ha deciso di andare via ed è ritornato solo per questa Reunion. Nel 2013 un altro se ne è andato via purtroppo per sempre, Valerio Negrini... Stefano e Valerio erano quelli che scrivevano le parole dei Pooh e i Pooh avevano un linguaggio ben preciso proprio grazie a loro. Senza loro due noi avremmo dovuto cominciare a fare come fanno tantissimi artisti che scrivono solo musica, perché io, Roby e Dodi scriviamo solo musica, non scriviamo parole e saremmo dovuti andare a chiedere ad artisti bravissimi (abbiamo dei colleghi meravigliosi) di farci dei testi. Ma i Pooh hanno un linguaggio, una maniera, un modo di raccontare la loro storia che era troppo identificabile con quel modo di raccontare e non saremmo stati più noi. Ecco perché per rispetto nei vostri confronti, nei confronti della nostra storia, nei confronti di quello che avevamo rappresentato e di chi non c'era più, soprattutto, abbiamo deciso di chiudere. Abbiamo chiuso in bellezza una storia meravigliosa, bella e irripetibile e credo sia stata la scelta migliore».

I Pooh nell'ultimo concerto del 30 dicembre 2016. Clicca per ingrandire.

Tornando alla discografia dei Pooh, Paolo Giordano ha considerato: «"Pierre" è una canzone con una profondità di parole tale, che oggi i testi che vanno a trattare la stessa forma di emarginazione o di pregiudizio sono molto meno profondi [...]».
Red: «Valerio in quella canzone aveva messo un rispetto, una delicatezza... era il '76. Ma in quell'album c'era "Linda" e tutta la gente l'aveva notata e quindi "Pierre" era quasi passata inosservata. L'abbiamo riportata noi suonandola in ogni concerto da sempre».
Giordano: «C'è un altro video importante ed è "Cercando di te", girato in un posto particolare».
Al termine della proiezione di un estratto di "Cercando di te" Canzian ha raccontato: «Ad Atlantic City, una città nel nulla, costruita per fare andare gli americani da New York a giocare nei grandi casinò. Siamo arrivati per fare questo video la notte prima perché avevamo il concerto al Taj Mahal del Presidente Donald Trump. Avevamo suonato a Newark, vicino a New York e abbiamo viaggiato tutta la notte in limousine [...]. In quel pontile bellissimo che è lungo credo cinque o sei chilometri, tutto di legno, abbiamo girato il video di "Cercando di te"».
Red ha regalato al pubblico l'interpretazione live del brano appartenente all'album "Amici x sempre" del 1996.

Io non posso a oggi chiudere le porte alla musica nuova che arriva. Io continuo a pensare e a dividere la musica in due categorie: buona e cattiva. Red Canzian

Alla domanda di Paolo Giordano in merito a cosa ne pensi della musica odierna, Red ha risposto: «Vedo tanti colleghi miei, della mia età, che detestano tutto ciò che è diverso da quello che loro hanno fatto. Se all'epoca l'avessero pensata così mio padre e mamma, io non avrei mai cominciato a suonare: loro erano dell'epoca di "Granada" di Claudio Villa, io sono arrivato con "She loves you"... Però mi hanno accettato, mi hanno capito, si sono sforzati di capirmi e forse io sono diventato musicista anche perché papà caricava sulla 1100 l'amplificatore e mi portava a suonare. Io non posso a oggi chiudere le porte alla musica nuova che arriva. Io continuo a pensare e a dividere la musica in due categorie: buona e cattiva. Anche nel trap, anche nel rap, ci sono cose molto buone. Certo, son più povere armonicamente [...], però è lo specchio del momento per cui io non sono nessuno per poterlo criticare e a volte mi soffermo ad ascoltare soprattutto la qualità dei testi che sono anche buoni, ci sono delle cose anche interessanti. Certo, è una musica molto lontana da me. Certo, io sogno di svelgiarmi una mattina e sentire un duo tipo Simon & Garfunkel che fa successo. Ed Sheeran devo dire che mi scalda il cuore perché è uno che con la chitarra riempie gli stadi, canta da Dio, suona bene, fa delle canzoni belllissime, per cui meno male che ancora funzionano le cose belle».
Canzian ha poi tirato in causa il paroliere, compositore ed interprete con il quale collabora da anni: «Qui in sala c'è Miki Porru, il coautore del brano "Ognuno ha il suo racconto" [...]. Tu parlavi delle incomprensioni della stampa, io ti parlo delle incomprensioni della gente in generale. Non è facile essere bravi e far successo, ma lui è veramente l'esempio di uno bravissimo che non ha il successo che merita e credimi che come scrive lui, sia musica che parole... Perché non è solo paroliere, lui è anche un grande musicista, tra l'altro anche lui figlio del mondo dei Beatles per cui io e lui ci troviamo benissimo insieme. E' un altro che ti domandi perché non sia diventato come Leonard Cohen era diventato in America, o negli anni '70 De Gregori. Lui è uno che scrive delle cose fantastiche e purtroppo il nostro Paese è così».
E' seguita la proiezione di una parte del videoclip di "Ognuno ha il suo racconto", brano con il quale Canzian ha partecipato all'edizione 2018 del Festival di Sanremo. L'artista ne ha spiegato così l'origine: «E' nato da una idea di Miki, siamo partiti da un'idea musicale sua che poi abbiamo sviluppato insieme e poi io gli ho mandato il "menu" delle cose che volevo dire in questa canzone. Voglio dire che sono testimone del tempo, ma sono anche appena uscito da una situazione di salute... me ne stavo andando... Per cui vorrei dire questo, vorrei dire le fermate, le attese, le risalite, tutto quello che un uomo vive. Chiaramente uno di vent'anni non può cantarlo un pezzo così perché lì dentro c'è una storia, un'esperienza».

Red Canzian - Foto di Alessandro Carlozzo. Clicca per ingrandire.

Giordano: «Adesso cosa fai?».
Red: «Faccio il cantante. Ho fatto la torunée "Testimone del Tempo": abbiamo fatto dodici concerti nei teatri. Lui suona il pianoforte solo per passione», ha spiegato Canzian riferendosi a Phil Mer. «In realtà è batterista. Poi c'era anche Chiara, mia figlia».
Giordano: «Batterista non solo per te».
Red: «Ha fatto una tournée con Pino Daniele, Patty Pravo, Malika Ayane [...]».
Giordano ha proseguito lintervista domandando quali effetti benefici abbia portato alla salute di Red la scelta di seguire una alimentazione di tipo vegano. «Ventuno anni fa ho smesso di mangiare carne», ha spiegato Canzian. «Ho continuato a mangiare pesce perché ero un pescatore. Poi nel 2009 ho smesso anche di mangiare il pesce e ho smesso anche di pescare e sono diventato vegano. Quali sono i vantaggi? Chi mi ha operato al cuore mi ha detto che dalla mia dissecazione aortica sono uscito bene anche perché tutto il resto del mio impianto di vene era perfetto: io non ho un grammo di colesterolo, vene completamente pulite nonostante l'età e quindi va tutto bene. Poi mangiare cose che non provocano dolore fa bene all'anima, non potrei più tornare indietro».
Giordano: «Vorrei sapere che cosa ci aspetta di Red Canzian».
Red: «Oltre al concerto di "Testimone del Tempo" dove raccontavo la storia del rock dagli anni '50, quindi "Tutti frutti" di Little Richard passando per Bob Dylan, i Beatles, i Pink Floyd, i Pooh... Questa estate ho fatto "Red in Blue", con un trio musicale con sempre Phil alla batteria, un bassista perché io facevo solo tre canzoni col basso e un pianista [...], Chiara che cantava anche lei da interprete due canzoni [...] e un'orchestra sinfonica di trenta elementi. Ho cantato "My way", ho cantato "Michelle", ho cantato "Mi sono innamorato di te". Chiara cantava "Il cielo in una stanza", cantava "Caruso", io cantavo "Torna a Surriento" in napoletano... Mi sono divertito come un pazzo perché la musica quando è buona, è buona, non ha confini e non ha stili, è buona e basta. E allora voglio far questo da grande!».
Prima di congedarsi dal pubblico, Red ha interpretato "Uomini soli", regalando un momento di grande emozione.

Autore - Michaela Sangiorgi