I Dossier di iPooh.it - "Voci per Valerio"

Da "Voci per Valerio" di Christian Iansante, "Parsifal" - Lunedi' 02.12.2013

 

"Parsifal" è la prima "bomboniera" del CD: un mix di suoni ed effetti davvero ben riuscito, per celebrare un brano che segna un passaggio fondamentale nella carriera musicale dei Pooh.
La base è un insieme mescolato dei due tempi del brano, impreziosita da un inaspettato colpo di soprano, regalatomi dalla mia amica Fiamma. Un momento alto, che colpisce e commuove, arricchito da una sentita interpretazione di Sandro Acerbo (seguace dei Pooh di lunga data) che già dalla prima incisione era perfetto, segno evidente che il cuore del fan, ha sempre una marcia in più.
Sono stato felice di aver risentito il tutto, una volta ultimato il mix, tra le lacrime smarrite di chi in anteprima, fu chiamato a dare un parere a questo progetto!

Christian Iansante

La canzone

"Parsifal" è forse la canzone che mette d'accordo da sempre fans e detrattori dei Pooh. Per questi ultimi, qualsiasi discussione condita delle solite cattiverie e critiche alla storia ed alla musica del gruppo, si spegne a sentirla nominare. Innegabilmente, "Parsifal" nel songbook del gruppo guida quella schiera di canzoni "altre" rispetto alla produzione che li ha portati al successo, cioè quella centrata sull'amore in sue diverse declinazioni.
Musicalmente, la canzone è documentabile come quella dalla gestazione più lunga nella sua composizione, ad opera di Roby Facchinetti. Caratterizzata da una parte strumentale di sei minuti, è formata da tre diversi movimenti, precedentemente composti dal tastierista bergamasco. La più vecchia è addirittura apparsa in una versione demo sull’album non ufficiale del gruppo "Contrasto" del 1968, come title-track, e la più recente (prima della pubblicazione del brano) risale al breve tour teatrale con l'orchestra del 1972, con ancora Riccardo Fogli come bassista del gruppo, dove venne eseguita la versione embrionale di "L'anno, il posto, l'ora". Presente nel cofanetto "Pooh Legend" (2012), vi si può udire una parte poi confluita in "Parsifal".

«È un pezzo fondamentale nella storia dei Pooh, il nostro fiore all’occhiello. Dentro c’è tutto: la melodia, la potenza, la forza della parte cantata e di quella strumentale, un assolo di chitarra davvero straordinario. Ancora oggi ogni volta che lo eseguiamo ha un successo enorme. Originariamente questa musica doveva essere la colonna sonora di un film di Bevilacqua, "Questa specie d’amore". Su richiesta dell’ufficio editoriale della CGD avevo scritto tutta una serie di brani strumentali. Ci fu anche un incontro con Bevilacqua, ma alla fine decise di affidare il lavoro a Morricone. Inoltre c’era un pezzo strumentale che usavamo dal vivo già ai tempi di Valerio e Riccardo: ironizzava sui temi dei cosidetti "Spaghetti Western" e lo chiamavamo "Un maiale per Ringo". A un certo punto, su suggerimento di Lucariello, ho provato a mettere tutto insieme ed è nata questa suite. Così, da una serie di esperienze in realtà assolutamente scollegate una con l’altra, è venuto fuori Parsifal. La cosa curiosa è che ci sono persone che non attribuiscono più il "Parsifal" a Wagner, ma ai Pooh. Un direttore d’orchestra, uno di quelli serissimi che fanno gli esami di ammissione al conservatorio, mi ha raccontato che una volta si presentò un candidato portando il "Parsifal". "Di Wagner" domandò lui. E l’allievo, di rimando "No, dei Pooh". Non so se quel ragazzo sia stato ammesso o meno al conservatorio, ma per noi questo episodio è da libidine». Roby Facchinetti

"Parsifal" è anche il brano che ha acceso l'attenzione sull'allora ventiduenne Dodi Battaglia, che in questo brano rivela di essere in possesso di una tecnica strumentale notevole ma soprattutto di un enorme feeling innato, che lo mette quindi dichiaratamente alla pari con gli altri chitarristi italiani che al tempo andavano per la maggiore, ad esempio Alberto Radius, Nico Di Palo e Franco Mussida. Nella suite, nonostante l'impianto classico-sinfonico e la potente orchestrazione, trovano posto ben tre diversi assoli di chitarra. Una bella sbornia per gli appassionati della sei corde, considerando che la presenza della chitarra di Battaglia nei due album precedenti, prodotti anch'essi da Lucariello, era stata presente nella sua accezione più rock solo in alcuni brani di "Opera Prima". Di sicuro un compromesso, dovuto alla presenza di Valerio Negrini ancora nelle fila del gruppo come batterista. Il fondatore bolognese dei Pooh è stato l'anima rock del gruppo fin dalla sua nascita. Tanto era hendrixiano Battaglia in "Opera Prima", che la mancanza di assoli in "Alessandra" strania un po' i fans della prima ora del gruppo e quelli che vi si erano avvicinati attratti dai loro live-act notoriamente rock e diversissimi da quanto si sentiva nei dischi.

«Questo pezzo ha segnato una svolta importante nella storia dei Pooh. In quel periodo avevamo una certa voglia di cambiamento, volevamo sviluppare uno stile che, pur senza abbandonare la forma-canzone che ci aveva reso famosi, rappresentasse un passo avanti rispetto alle cose che avevamo fatto fino a quel momento. In quel periodo si respirava aria di cambiamento, di rinnovamento, e in queste fasi è importante sapersi guardare alle spalle, analizzare in modo critico quello che di buono arriva dal passato. Così abbiamo scoperto l’esistenza della musica sinfonica e abbiamo capito che tutti i gruppi che in quel periodo facevano quel genere definito "progressive" in realtà non avevano inventato niente: si trattava solo di arricchire il pop con elementi presi a prestito dalla musica sinfonica. Così abbiamo iniziato a scrivere brani un po’ più complessi, senza porci il limite dei tre, quattro minuti come era successo fino ad allora. Parsifal è un bell’esempio di contaminazione tra i generi, racchiude elementi melodici, popolari e sinfonici. È un pezzo bellissimo sotto il profilo strutturale. Per quanto mi riguarda, ci sono interventi di chitarra che ritengo validissimi ancora oggi. C’è un assolo che rappresenta lo spirito del mio approccio musicale: un mix di tecnica, feeling e cuore. Quell’assolo lo feci con una (Gibson Les Paul) Junior acquistata in un negozio sulla 48esima Strada a New York». Dodi Battaglia

«Lo amo particolarmente perché è il primo disco che ho fatto con i Pooh. Ma al di là di questo è un brano che mi piace parecchio: io arrivavo dai Capsicum Red, una formazione d’avanguardia, e suonando questo pezzo tutto sommato avevo l’impressione di continuare a fare quel che stavo facendo prima. È un pezzo che ancora oggi mi diverte quando lo suoniamo dal vivo. Anzi, più lo riascolto, più mi convinco che per l’epoca eravamo proprio avanti. Il fatto è che la critica ci considerava poco perché avevamo infilato una serie di successi come "Tanta voglia di lei", "Pensiero" e "Noi due nel mondo e nell’anima". E qualche anno prima avevamo inciso "Piccola Katy". Insomma, ci prendevano meno sul serio del Banco del Mutuo Soccorso o della PFM: loro erano stati bravi a far dimenticare che in una vita precedente avevano inciso una canzoncina come "La bambolina che fa no no no". Insomma, abbiamo faticato parecchio per farci accettare. Piano piano, col passare degli anni, molti ci hanno riconosciuto di aver fatto cose egregie. Parecchi hanno ammesso di aver sbagliato, riconoscendo che "Parsifal" è un pezzo ampiamente all’altezza di un "Concerto Grosso" dei New Trolls. Il problema è che in quel periodo tanta gente considerava il successo come il fumo negli occhi, molti erano convinti che se uno vendeva i dischi era perché faceva musica di serie B. La verità è che in quegli anni c’era un sacco di gente che non sapeva suonare, gruppi formati da ragazzi con delle faccine interessanti, ma che poi in sala non sapevano fare niente: spesso i dischi erano incisi con l’aiuto di session men. Conseguentemente c’erano alcuni che erano convinti che anche noi dei Pooh non fossimo in grado di suonare davvero. Poi succedeva che qualcuno veniva ai nostri concerti e diceva: "Però, siete proprio bravi!". Insomma, il milione di copie vendute con "Pensiero" anziché spianarci la strada ci ha creato un sacco di difficoltà sotto l’aspetto della credibilità artistica». Red Canzian

«Per la parte cantata Valerio, che era un appassionato di lirica, pensò che l’ideale sarebbe stato scrivere un testo di ambientazione wagneriana: le fanciulle in fiore sono una citazione esplicita, ma il resto nacque dalla sua fantasia. Il Parsifal che cantiamo è un mix tra Re Artù e Robin Hood. In sala ci complicammo la vita in tutti i modi possibili, nel senso che ognuno di noi si dava da fare per cercare le soluzioni tecniche più complesse. Insomma, ci stimolavamo uno con l’altro. Il disco lo registrammo utilizzando un 8 piste. La parte più difficile fu fondere i nostri suoni con lo straordinario lavoro di arrangiamento che Franco Monaldi aveva fatto per l’orchestra. Fummo costretti a rifare il mixaggio parecchie volte, fondere assieme la sinfonica con il nostro suono sembrava impossibile. Ai tempi le tecnologie erano quel che erano, bisognava cucire tutto a mano». Stefano D'Orazio

I testi di Valerio Negrini ci raccontano di un Parsifal diverso da quello della tradizione Wagneriana, che aveva attinto alla mitologia del personaggio nata nel tardo medioevo e poi inserito nel ciclo arturiano come custode del Graal. Il "sacro folle" di Negrini rinuncia alla gloria del suo ruolo ancestrale per l'amore, sentimento che nella poetica del batterista bolognese è stato da sempre il centro della vita dell'uomo.
Per chi fosse interessato ad un maggiore approfondimento sul brano, consigliamo la scheda dedicata al brano nel dossier "Parsifal - i 40 anni".
Nella versione originale "Parsifal" fu incisa con l'Orchestra Sinfonica della RAI di Milano, presente in tutto l'album di cui la canzone è la title-track, ed è presente anche un coro la cui origine non è mai stata del tutto chiarita. Voci contrastanti lo attribuiscono ad un lavoro di missaggio fatto con le voci dei componenti del gruppo e dell'orchestra.
Al tempo fu pubblicata su singolo per il solo circuito juke box nella versione "Parsifal (parte prima) / Come si fa" e, per il circuito promo, nella versione "Parsifal (parte prima) / Parsifal (parte seconda)".
Questa versione in studio è presente solo sulla raccolta "The best of Pooh" (2007).
A 40 anni dalla sua pubblicazione, è ancora oggi uno dei momenti più attesi ed emozionanti dei concerti del gruppo, oltre ad essere una delle canzoni più amate da tutti i fans dei Pooh, anche se è stata spesso sacrificata e non presentata integralmente.
La versione integrale "live" è apparsa sugli album "Palasport" (1982), "Buonanotte ai suonatori" (1995) (la stessa presente nel "Pooh Book" (1995) e "Opera seconda live" (2013), incluso nel "Pooh Box". Nella versione "live", la seconda parte è apparsa sul CD single "Portami via + Bonus track live" (2001) in un medley in cui figura anche "L'anno, il posto, l'ora", su "Pooh Live noi con voi versione integrale" (2007) e su entrambe le versioni di "Dove comincia il sole - 27 agosto 2011 Castello di Este", (2011).

Le voci

Sandro AcerboSANDRO ACERBO

Sandro Acerbo è un attore, doppiatore, dialoghista e direttore del doppiaggio.
Voce ufficiale Brad Pitt, di Michael J. Fox e di Will Smith, la sua carriera nel mondo del doppiaggio è cominciata da bambino, quando ha dato voce a Matthew Garber nel film "Mary Poppins", Duane Chase nel ruolo di Kurt Von Trapp in "Tutti insieme appassionatamente" ed al personaggio di Pizzi in "La carica dei 101", tutte pellicole Disney.
Tra i film con Michael J. Fox si è occupato di "Ritorno al futuro" 2 e 3, mentre nell'ambito dei telefilm gli ha dato voce nella serie "Casa Kaeton". Suo è il doppiaggio anche si Gary Sinise nel telefilm "CSI: NY". Figurano anche Robert Downey Jr., Nicolas Cage, Timothy Hutton, Matthew Broderick, Christian Slater, Dan Aykroyd, Val Kilmer, Hugh Grant, Bill Pullman, Mickey Rourke, Kevin Bacon, Keanu Reeves, Kevin Costner, Ben Stiller, Eddie Murphy.
Tra i premi ricevuti da Sandro Acerbo figurano il Premio alla direzione del doppiaggio ricevuto in occazione del Gran Galà del Doppiaggio Romics DD del 2003. il Festival del Doppiaggio Voci nell'Ombra del 2007 per il doppiaggio di Robert Downey Jr. in "Zodiac". Il Festival Nazionale del Cinema, Teatro, Televisione di Villa Basilica (Lu) del 2008.

Fiamma IzzoFIAMMA IZZO

Fiamma Izzo è una dialoghista e doppiatrice, oltre adessere stata un soprano, una delle ultime scoperte del direttore austriaco Herbert von Karajan.
Voce di Jennifer Beals in "Flashdance", di Minnie Driver in "Il Fantasma dell'Opera" e di Puffetta nel cartoon "Puffi", ha lavorato alla direzione del doppiaggio e all'adattamento dei dialoghi di film come "La lettera scarlatta", "Boys don't cry", "Il Corvo", "Il diario di Bridget Jones", la saga degli X-Men.

 

 

Note tecniche

Parole e musica: Valerio Negrini, Roby Facchinetti.
La voce di Sandro Acerbo è stata incisa da Lelio Gorini presso Foxy John Production - Roma.
Il canto del soprano Fiamma Izzo è stato inciso da Brian Villa presso Sala Musics Foxy John Production - Roma.
La musica di Giulio Del Prato è stata incisa presso Studio Del Prato - Roma.

Autore - La Redazione