Pooh - Notizie e novità del 2018 - Dicembre

Dodi Battaglia racconta i mondi senza età di Valerio Negrini - Venerdì 21.12.2018

Dodi Battaglia a Milano

Lunedì 10 dicembre si è tenuta al Teatro Nazionale di Milano la terza data della torunée "PERLE - Mondi senza età", un progetto a lungo meditato da Dodi Battaglia, ancor prima dello scioglimento dei Pooh avvenuto quasi due anni orsono, il 30 dicembre 2016.
Dopo Montecatini Terme e Napoli, il live teatrale è giunto nella città che per tanti anni è stata la sede operativa dei Pooh e che ha visto la nascita di molti loro album. Proprio pensando a quegli anni ed alla vastità del repertorio del gruppo, Battaglia ha deciso di allestire per il suo tour una scaletta concepita in modo nuovo: non più centrata sui brani da hit parade, noti al grande pubblico, bensì quelle canzoni che, pur non avendo conosciuto la vetta delle classifiche, hanno comunque uno spessore musicale e esti significativi. Brani che sovente occupano un posto importante nei ricordi e nella sfera emozionale del pubblico dei Pooh, pubblico che negli anni ne ha chiesto l'inserimento nelle scalette dei tour, rimamendo pressoché inascoltato.

Sarebbe stato un peccato se questi brani non avessero avuto un'altra grande occasione per diventare motivo di emozione per tutti noi, io per primo. E sono contento, sono entusiasta di far parte di questa storia. Dodi Battaglia

Sul palco con Dodi ha preso posto la band che da alcuni anni lo accompagna in tour: Marco Marchionni alle chitarre, Beppe Genise al basso, Carlo Porfilio alla batteria, Rocco Camerlengo pianoforte e tastiere, i vocalist Costanzo Del Pinto e Raffaele Ciavarella. Il concerto ha preso il via con "Io in una storia", il primo brano composto da Dodi e quinta traccia dell'album "Alessandra" del 1972. A seguire "A un minuto dall'amore" da "Opera Prima" del 1971 e "Aria di mezzanotte" da "...Stop" del 1980.
Al caloroso applauso del pubblico Dodi ha così risposto: «Grazie! Grazie davvero! E' un onore suonare per voi, siete un pubblico fantastico. Grazie!».
Il chitarrista e compositore bolognese ha poi ripreso la parola, spiegando: «Che bello vedervi qua! Benvenuti a questo che sarà un viaggio nel passato, un passato credo bellissimo. Io ho voluto, insieme a questi miei amici, abbracciare questo sogno, perché credo che sia giusto... Sarebbe stato un peccato se questi brani non avessero avuto un'altra grande occasione per diventare motivo di emozione per tutti noi, io per primo. E sono contento, sono entusiasta di far parte di questa storia. Sono veramente entusiasta, grazie per questa vostra accoglienza, spero che per voi sarà un viaggio veramente fantastico». Poi, riferendosi agli inizia della sua carriera: «Voglio ringraziare la persona che mi ha spinto a scrivere il primo brano che abbiamo suonato, "Io in una storia". Ero veramente un ragazzino: ero entrato a far parte dei Pooh come chitarrista, mi avevano chiesto di cantare, ero molto timido, ho provato a cantare e ci sono riuscito. Mi hanno detto: "Beh, canti, suoni, perché non provi a scrivere anche?". Questa è una somanda che mi ha fatto il nostro ex produttore Giancarlo Lucariello ed io lo ringrazierò per sempre. "Io in una storia" è stata la prima canzone che ho scritto: non sarà la più bella, ma è sempre la prima!».

Dodi Battaglia in concerto a Milano. Alle spalle i vocalist Raffaele Ciavarella e Costanzo Del Pinto, il chitarrista Marco Marchionni. Clicca per ingrandire.

Dodi ha così proseguito il suo discorso, parlando del fondatore e paroliere dei Pooh: «Andiamo avanti in questo viaggio, perché è un viaggio molto lungo, spero che per voi sia emozionante esattamente come lo è per me e voglio ringraziare innanzitutto un grande che era specialista in viaggi: in viaggi con la mente e in viaggi anche in giro per il mondo. Lui si chiama Valerio Negrini e molti dei testi che faremo stasera, molto emozionanti, incredibili, sono frutto della sua sensiblità. Andiamo avanti con questo brano che è proprio frutto della sua maniera di sentire il mondo, sentire le cose».
Il teatro è stato invaso dalle note di "Classe '58", brano del 1978 tratto dall'album "Boomerang". Scritto pensando ai giovani impegnati a prestare il servizio militare di leva, obbligatorio fino al 2005, è entrato a far parte dei ricordi anche di quei ragazzi che entrarono nelle caserme anni dopo la pubblicazione dell'album.
Il tema del viaggio accennato nel discorso di Dodi è tornato con "Vienna" da "...Stop" del 1980, dove il ricordo della capitale Austriaca si intreccia a quello di una donna. Sempre una donna è protagonista della successiva "Cara bellissima" da "Forse ancora poesia" del 1976, dove Negrini nel ruolo di paroliere si interroga su quale impatto possa avere la sua abilità nello scrivere poesie sul sentimento d'amore che gli viene manifestato.
"Mai dire mai", da "Il colore dei pansieri" del 1987, è stato riveduto nell'assolo finale con un importante riarrangiamento che lo ha reso ancora più intenso.

Dodi Battaglia in concerto a Milano. Alle spalle il chitarrista Marco Marchionni, il batterista Rocco Camerlengo, il bassista Beppe Genise. Clicca per ingrandire.

«Il titolo di questo tour è "PERLE - Mondi senza età"», ha spiegato Dodi. «Ognuno di questi brani è un mondo, un viaggio nel tempo, nello spazio. Ognuno di questi brani rappresenta... gli inglesi direbbero un "mood"... una emozione, uno stato d'animo. Ogni volta che eseguo i brani di questo tour sono pervaso da queste emozioni: grazie ancora a Valerio che ha saputo scrivere delle cose fantastiche per noi. Lui ha lasciato i Pooh, come tutti noi sappiamo, per viaggiare il mondo, per raccontarcelo. Lui faceva dei testi così belli che non erano testi i suoi, erano... io credo che lui abbia inventato i video musicali ancora prima che inventassero i video: tu sentivi una canzone di Valerio e ti scorrevano davanti delle immagini fantastiche. A questo proposito vogliamo fare questo brano che racconta proprio di un viaggio che Valerio ha fatto e che noi abbiamo fatto insieme a lui.
In duetto con Raffaele Ciavarella, l'artista bolognese ha offerto al pubblico "Orient Express" da "Un po' del nostro tempo migliore" del 1975, album inizialmente non compreso dal pubblico dei Pooh, ma rivalutato negli anni successivi. Il brano racconta di un incontro sullo storico treno, di un viaggio di ritorno condiviso e delle impressioni su di una persona sconosciuta eppure percepita vicina.
Ad "Una donna normale" ("Viva", 1979), l'istantanea di un addio in quartiere popolare invaso dalla luce di un tramonto di giugno, è seguita "Santa Lucia" ("Il colore dei pensieri", 1987), un brano per certi versi autobiografico, perché ambientato in quelle vie di Bologna che Battaglia e Negrini hanno condiviso.
"Io sto con te" ("Il colore dei pensieri", 1987) ha parlato al pubblico di quell'amore che si propone con la semplicità di cui sono capaci solo i sentimenti più intensi, mentre "In altre parole", bonus track della versione su CD dell'album "Asia non Asia" del 1985, lo ha trasportato per qualche attimo a Napoli.

Il brano che ha segnato il momento emotivamente più intenso del concerto è stato "Oceano" ("Un po' del nostro tempo migliore", 1975): il pezzo di Negrini e Facchinetti affronta il tema del viaggio come mezzo per raggiungere la realizzazione personale, attraverso la comprensione del proprio io ed il superamento dei propri limiti, siano essi fisici o mentali. Il protagonista della canzone affronta l'attraversamento in solitaria dell'oceano per ritrovare se stesso e tornare in quell'angolo di mondo dove la sua famiglia lo sta attendendo.
Al termine dell'interpretazione in duetto con Costanzo Del Pinto, il pubblico entusiasta ha tributato una standing ovation ad un visibilmente commosso Dodi Battaglia, il quale ha cercato di stemperare l'emozione esclamando: «Ragazzi, ho un'età! Secondo problema, sono un tenerone! Mi prendete il cuore! Chi mi conosce lo sa. Siete straordinari! Credo sia questa una serata indimenticabile. Voglio sbloccare questo momento di grande euforia nei miei confronti... E' la prima serata che "Perle" ha un sold-out! Sono entusiasta e sapete perché? Perché non è solo merito mio: devo ringraziare i miei amici e colleghi Pooh che hanno fatto insieme a me tanto repertorio, tante cose fantastiche. Io sono stato semplicemente quello che ha raccolto le vostre impressioni e le ha tramutate in un concerto, perché questo che voi sentite è quello che mi avete chiesto per trent'anni, per cui eccovi serviti! Voglio ringraziare invece questi ragazzi che hanno voluto abbracciare con me questo progetto. Sono veramente bravi».
Dopo aver presentato la band, Dodi ha raccontato di loro: «Abbiamo fatto il debutto a Montecatini più di un mese fa, il 26 di ottobre. Sono andato in camerino a ringraziarli perché sono stati veramente bravi. Loro mi hanno detto: "Noi dobbiamo ringraziarti per il privilegio che ci hai dato di venire a far parte di brani così belli!"».

Dodi Battaglia in concerto a Milano. Clicca per ingrandire.

Le parole di "Come si fa" ("Parsifal", 1973) hanno raccontato di un'amicizia tradita per amore. "E' bello riaverti", dal 45 giri del 1975 e dedicata all'amore che ritorna a riempire un'esistenza altrimenti vuota, ha preceduto "La nostra età difficile" ("Alessandra", 1972), sul contrastato rapporto tra adolescenti e adulti.
"Sei tua, sei mia", singolo del 1979 estremamente connotato dallo stile interpretativo del periodo di pubblicazione, mantiene intatta nel suo assolo finale la capacità di catturare il pubblico e coinvolgerlo in modo intenso. "Cercami" è stata invece proposta completamente riarrangiata: disponibile online dal 03 dicembre scorso, va ad anticipare l'uscita dell'album e del DVD live del tour, i quali verranno registrati il 10 gennaio presso il Teatro Cilea di Reggio Calabria (informazioni alla pagina http://bit.ly/2G6iPzI). Il brano è disponibile in streaming su Spotify: http://bit.ly/perle-CERCAMI.
La Fender Steel Guitar di Dodi, magistralmente impiegata nell'assolo, ha trasportato il pubblico nel mondo surreale di "Uno straniero venuto dal tempo" ("Poohlover", 1976), dove Raffaele Ciavarella ha dato voce al viaggiatore perso nel tempo e nello spazio.

Fender Steel Guitar. Clicca per ingrandire.

Dodi: «Nel corso degli anni ho cominciato prima a fare il chitarrista, poi il cantante, poi ho cominciato a scrivere ed ho iniziato a capire che quando scrivi un certo tipo di canzoni, hai subito l'impressione che faranno una strada lunga e arriveranno a tante persone, nel cuore di tante persone, come è accaduto quando ho scritto questo brano che si chiama "Dietro la collina". Mi emoziona perché la collina per noi bolognesi è il santuario di San Luca, quel colle che si vede arrivando a Bologna. Valerio non me l'ha mai detto, ma io voglio pensare che sia in questi termini, credo che lui l'abbia vissuta come tutto ciò che è l'infanzia, i vecchia mori, i nuovi amori, le famiglie, gli amici e arrivando sia da Milano piuttosto che da Roma, quando noi vediamo il colle di San Luca siamo a casa. Allora credo lui abbia voluto che rappresentasse questa immagine che mi è cara, quanto mi è cara l'immagine di Valerio Negrini. Ho scritto questo brano col pianoforte».
L'artista emiliano si è visibilmente commosso nell'interpretare questo brano pubblicato in "Musicadentro" nel 1994.

All'energia di "Stella" ("Ascolta", 2004), una storia di sopraffazione con un epilogo tragico, hanno fatto seguito "Senza musica e senza parole" ("Musicadentro", 1994) e "Padre a vent'anni" ("Cento di queste vite", 2000), altro brano molto caro a Dodi dedicato ai militari italiani impegnati all'estero nelle missioni umanitarie. E' seguito il medley acustico composto da "E vorrei", "Inutili memorie", "Col tempo, con l'età e nel vento", "Fantasia", "Air India", brani che, come gli altri, avrebbero meritato l'esecuzione nella loro interezza.
Dodi: «Grazie! E' una delle serate che ricorderò per tutta la vita, credetemi! Portare "Perle" nel posto dove molti di questi brani sono stati composti, scritti e incisi, Milano, per me è un po' un ritorno a casa!».
Lo strumentale "Fantastic fly", uscito nel 1978 come 45 giri e composto come colonna sonora dello sceneggiato RAI "Racconti Fantastici", è stato eseguito con la chitarra elettrica, non la steel guitar come in origine.
"Isabel" ha ricordato al pubblico la grande sferzata compositiva operata dai Pooh nel 2010 con l'album "Dove comincia il sole", mentre "Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla" ("Poohlover", 1976) è stato uno degli esempi più alti della poetica di Valerio Negrini proposti nel corso dello spettacolo. Proprio in merito a tale canzone, Dodi ha spiegato: «Questo brano credo sia il testamento più bello che Valerio ci abbia dato. E' una mia chiave di lettura, poi le canzoni ognuno se le vive come vuole. Io credo che in "Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla" abbia voluto raccontarci che secondo lui l'uomo ha cominciato a dominare il fuoco, l'ha scoperto, ha imparato a mantenerlo. Ha scoperto il tuono, la polvere da sparo, ne ha fatto uso buono e cattivo. Quando eravamo bambini ci hanno insegnato che cenere eravamo e cenere torneremo, per cui credo che Valerio abbia voluto dirci questo [...]. Con questo brano in reatlà il programma sarebbe terminato, dopo un brano così c'è poco da aggiungere. Però siccome mi conosco...».
Ha preso così il via un altro medley, costituito da "Scusami", "Quando lui ti chiederà di me", "Fotografie", "Linda".

Dodi Battaglia in concerto a Milano. Clicca per ingrandire.

Dodi ha poi dato al pubblico una notizia di un certo rilievo: «Qualcuno di voi l'avrà letto, sto pensando seriamente in questi giorni di partecipare al prossimo Festival di Sanremo [...]. Dovete sapere che ho una grande amicizia con Giorgio Faletti, per'altro in questi giorni sta uscendo con un libro nuovo. Era mio fratello vero, lui correva in macchina insieme a me e come spesso accade quando si fanno cose lontano dai riflettori, quelli quotidiani miei e suoi, si diventa amici, si sta insieme, si condividono le delusioni e le cose belle. Ho pensato che se lui avesse avuto in un cassetto un testo tanto bello quanto "Signor tenente" sarebbe stato veramente un peccato ma per tutti, per lui, per me, per gli eredi, per sua moglie, per la memoria di un grande come lui. E allora ho chiesto a sua moglie di guardare se c'era un testo altrettanto importante. Sono convinto che me l'abbia trovato, io mi sono emozionato alle lacrime quando l'ho letto, c'era anche un embrione di musica e ho voluto lavorarci. Ci lavoro da prima dell'estate, sono convinto di aver fatto una cosa straordinaria. Stiamo pensando io, i miei discografici e coloro che fanno parte del mio entourage promozionale di portare questo brano a Sanremo: non Dodi Battaglia a Sanremo, è Dodi Battaglia che porta un brano importante di un amico vero su di un placoscenico dove Giorgio ha trionfato. Se mi prendono!».
Dodi ha poi cambiato argomento: «Ho sempre parlato durante questa sera del grande Valerio Negrini, ma devo dire che molti testi dei Pooh, molte cose bellissime le ha scritte anche il signor Stefano D'Orazio. Chi era di voi al "Dodi Day" a Bellaria Igea Marina? [...] Lui ha voluto onorarmi della sua presenza in quella occasione e si è dimostrato veramente un grande amico. Lui ha scritto dei testi bellissimi, alcuni dei quali ho cantato anche stasera, ma voglio dedicarne uno alla fine di questo concerto perché è un augurio, un buon auspicio per tutti noi di buona vita, è un brano che lui ha scritto e che trovo bellissimo: quando i matrimoni tra musica e testo sono azzeccati non c'è niente da fare, sono travolgenti. Questo brano si chiama "Vita"».
La canzone, tratta dall'album "Pinocchio" del 2002, fa parte dei brani scritti per "Pinocchio - Il Grande Musical", andato in scena nel 2003 con debutto al Teatro della Luna di Milano, costruito appositamente per ospitare le grandi scenografie.

Dodi si è congedato dal pubblico con un ultimo discorso: «Voglio fare questo brano che è veramente un saluto finale col quale io e i miei amici, i miei collaboratori vi vogliamo ringraziare dal profondo del cuore. Vi ringraziamo di averci dato tale e tanta emozione, vi aspettiamo magari una prossima volta a vedere ancora "Perle", vi auguriamo un Buon Natale, una buona vita, che Dio vi benedica a voi e a tutte le vostre famiglie. Grazie!».
Le note di "Buonanotte ai suonatori" hanno invaso il testro, un momento che, ne sono certa, tutti noi non avremmo voluto giungesse.

"PERLE - Mondi senza età" per come è stato concepito non deve "spaventare" chi non è un profondo conoscitore della musia dei Pooh. Pur non essendo presenti in scaletta i pezzi più riconoscibili del gruppo, è comunque un concerto pienamente godibile perché la musica, quando è composta ed eseguita bene, è sempre bella. Dodi ha inoltre messo a disposizione del pubblico il libretto del concerto in formato PDF, realizzato da noi di www.ipooh.it. E' disponibile gratuitamente al link http://bit.ly/libretto-PERLE.
Tali brani, erroneamente giudicati "di nicchia" dagli stessi Pooh, già da tempo avrebbero meritato di uscire dai vinili per godere del giusto plauso sul palco: non solo per l'emozione e la partecipazione che sanno suscitare ma perché, ne sono certa, avrebbero permesso al gruppo di farsi conoscere sotto un'ottica diversa da quella serie di critici che li ha sempre valutati con occhio non benevolo, pervasi da un pregiudizio che gli stessi Pooh, inconsapevolmente, hanno rafforzato negli anni.
A Milano gran parte del pubblico presente ha cantato con Dodi praticamente tutti i brani, dimostrando quanto la musica dei Pooh sia entrata a far parte del vissuto e del bagaglio culturale di tante persone. Ai testi diretti, sintetici ma efficaci di Valerio Negrini e Stefano D'Orazio si sono accostati negli anni i componimenti di Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, andando a creare un repertorio al quale dovremmo guardare tutti con grande rispetto.
Il live cui ho assistito al Teatro Nazionale di Milano non è una operazione dettata dalla nostalgia, ma un tributo ad un trascorso musicale che ha visto coinvolte le vite di cinque artisti, indirettamente le esistenze di milioni di persone. E, proprio per quest'ultimo motivo, la musica dei Pooh non sarà mai un capitolo chiuso, una scatola da riporre, ma piuttosto un'amica preziosa cui fare affidamento ogni volta che ci sentiremo insicuri o soli o felici.

Autore - Michaela Sangiorgi